Contratto Difesa e Sicurezza: braccio di ferro sui nuovi aumenti

di Teresa Barone

17 Luglio 2024 12:05

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Rinnovo contratto per il personale dei comparti Sicurezza e Difesa per il triennio 2022/2024: in salita gli aumenti richiesti dai sindacati.

Si è tenuto lo scorso 10 luglio un nuovo incontro tra le sigle sindacali dei lavoratori in divisa e i rappresentanti della Funzione Pubblica per il rinnovo del contratto a favore del personale del comparto Sicurezza e Difesa riferito al triennio 2022/2024.

Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro è attualmente in fase di trattativa e, secondo le ultime informazioni, gli incontri tecnici hanno evidenziato la necessità di adeguamenti contrattuali significativi per il personale delle Forze Armate e di Polizia.

Rinnovo CCNL Difesa e Sicurezza: cosa prevede

Durante le trattative, i principali punti di discussione hanno riguardato finora:

  • adeguamenti salariali: è stata sottolineata la necessità di incrementare le retribuzioni per adeguarle al costo della vita e per riconoscere l’impegno del personale.
  • miglioramenti delle condizioni di lavoro: le organizzazioni sindacali hanno richiesto miglioramenti nelle condizioni di lavoro, inclusi migliori equipaggiamenti e strutture.
  • tutela del personale: vi è stata una forte richiesta di garanzie per la sicurezza e il benessere del personale, comprese migliori condizioni per i turni di servizio e il supporto psicologico.

L’obiettivo dei sindacati è quello di ottenere un adeguato riconoscimento economico, individuando una valida ripartizione delle risorse destinate per il rinnovo del contratto, puntando a cercare di garantire la somma di 100 euro netti di aumento al ruolo di base.

Le richieste sindacali sugli aumenti in busta paga

Gli esiti dell’ultimo incontro, tuttavia, non sono stati soddisfacenti per i sindacati, come sottolineano in una nota il segretario generale del Silp Cgil Pietro Colapietro e il segretario nazionale di Fp Cgil Florindo Oliverio:

Dopo le nostre proteste e dopo le critiche arrivate anche dai sindacati dei militari, la parte pubblica, senza aumentare gli appostamenti complessivi, ha pensato di spostare alcune risorse destinate alle indennità accessorie sulla parte fissa, con un aumento del valore dei punti del cosiddetto parametro stipendiale da 194,15 a 195. In soldoni 13 euro lordi. Per il personale in divisa gli aumenti medi, al netto degli anticipi già corrisposti, passano da 80 a 91 euro circa.

La priorità dei sindacati, invece, è quella di garantire che il 100% delle risorse disponibili vada su stipendio e indennità pensionabile, con la contestuale necessità di trovare nuove risorse per le indennità accessorie.

Le trattative su indennità accessorie e voci fisse

Le discussioni sulle indennità accessorie hanno portato alla proposta di utilizzare parte delle risorse stanziate per incrementare queste voci. Tuttavia, come visto sopra, alcuni sindacati hanno proposto di destinare tutte le risorse attualmente disponibili per aumentare il trattamento fisso, rinviando un eventuale incremento delle indennità accessorie a ulteriori stanziamenti futuri.

Questo approccio mira a garantire il massimo incremento salariale per tutto il personale. Al momento, secondo le stime del Ministero per la Funzione Pubblica, gli incrementi retributivi medi sono pari al 5,8% ed entreranno a regime dal 1° gennaio 2025:

  • Esercito: 172 euro
  • Vigili del Fuoco: 173 euro
  • Polizia Penitenziaria: 179 euro
  • Forze di Polizia: 188 euro
  • Carabinieri: 189 euro
  • Marina militare: 189 euro
  • Aeronautica: 192 euro

Questi incrementi salariali includono anche le competenze accessorie. Il prossimo passo sarà quello di definire l’allocazione delle risorse tra il trattamento stipendiale fondamentale (competenze fisse e continuative) e le altre componenti della retribuzione, con una distribuzione pro capite in relazione al grado​.