Bonus Mamme: lo sconto INPS non conviene alle madri lavoratrici

di Teresa Barone

4 Luglio 2024 09:02

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Il Bonus Mamme lavoratrici è un flop: solo il 40% delle dipendenti a indeterminato ne ha fatto richiesta perchè la decontribuzione aumenta l'imponibile.

Solo poco più del 40% delle madri lavoratrici con contratto a tempo indeterminato ha ottenuto il Bonus Mamme, a fronte di una platea delle potenziali beneficiarie molto più ampia.

L’esonero è integrale fino a 3mila euro annui e l’importo massimo dello sgravio INPS in busta paga è pari a 250 euro al mese.

Sono tuttavia numerose le donne in possesso dei requisiti che non ne hanno fatto richiesta, perché la decontribuzione rischia di innalzare il reddito aumentando l’imponibile IRPEF. Chi si trova al limite dello scaglione dei 15mila euro, ad esempio, rischia di perdere il trattamento integrativo fino a 1200 euro annui.

Il bonus non è neppure compatibile (ed è dunque alternativo) con il taglio del cuneo fiscale  (che arriva ad un massimo di 247 euro al mese).

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La decontribuzione, promossa da Giorgia Meloni, è destinata alle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato fatta eccezione per le lavoratrici domestiche.

Spetta alle madri di due figli (con il più grande di età inferiore a 10 anni) o più almeno tre (di cui uno minore). In particolare, per ottenere l’esonero bisogna avere almeno tre figli nel triennio 2024-2026, mentre per il solo 2024 ne bastano due alle condizioni sopra indicate.

La concessione del bonus, tra l’altro, non è automatica: spetta alla lavoratrice l’invio della comunicazione al datore di lavoro per informarlo della propria volontà di voler beneficiare della misura.

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Per aderire al beneficio, si può anche trasmettere direttamente all’INPS – attraverso il portale “Utility Esonero Lavoratrici Madri” – i codici fiscali e ai dati anagrafici dei propri figli.

Stando ai dati INPS, a conti fatti, a maggio ammontavano a 484.730 le donne beneficiarie del Bonus Mamme, un numero nettamente inferiore alle stime che aveva vantato il Governo.