Sono oltre 500mila le firme raccolte per richiedere e promuovere il referendum abrogativo del Jobs Act, chiamando gli italiani al voto entro la primavera 2025.
È stato il segretario organizzativo della Cgil, Luigi Giove, a comunicare il raggiungimento dell’obiettivo.
L’obiettivo del mezzo milione di firme, necessario per “deliberare l’abrogazione totale o parziale di una legge o di un atto avente valore di legge”, come recita l’articolo 75 della Costituzione, è stato ampiamente raggiunto, a distanza di un solo mese e mezzo dall’inizio della campagna referendaria, avviata il 25 aprile scorso.
Gli italiani potranno esprimersi anche in merito ai referendum relativi a sicurezza sul lavoro e appalti. I quattro quesiti, più nel dettaglio, riguardano l’abrogazione:
- delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi per le assunzioni successive al 2015;
- delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, così da aumentare le tutele per lavoraratori di aziende con meno di quindici dipendenti;
- delle regole che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine, così da contrastare la precarietà dei contratti di lavoro limitando l’utilizzo a causali specifiche e temporanee;
- delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro e malattia professionale negli appalti, di estendere la responsabilità solidale all’impresa appaltante, cancellando la norma che la esclude per le aziende committenti nell’appalto e nel subappalto.