I lavoratori italiani dipendenti di imprese svizzere e viceversa possono lavorare in telelavoro per il 25% dell’orario senza impatto sulla disciplina fiscale.
Lavorando da casa fino al 25% dell’orario di lavoro, non ci saranno ripercussioni né sullo Stato (legittimato a imporre il reddito) né sullo status di frontalieri.
Significa che un lavoratore alle dipendenze di un’impresa svizzera ha la possibilità di continuare versare le tasse allo stato elvetico, dove si applica una legislazione di vantaggio per questi lavoratori (riduzione del 20% delle imposte dovute nello Stato dove si lavora).
Tecnicamente, non si tratta di smart working perché c’è un riferimento esplicito al lavoro eseguito dal proprio domicilio.
Il nuovo Protocollo – firmato dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter – ha validità reatroattiva dal 1° gennaio 2024 e modifica il precedente Accordo sui frontalieri.
La regolamentazione d’imposizione si basa su una dichiarazione d’intenti sottoscritta dalla Svizzera e dall’Italia nel novembre del 2023, ora sostituita definitivamente dal Protocollo.
L’accordo entrerà in vigore non appena entrambi i Paesi avranno concluso le procedure interne di approvazione.