Nel mercato del lavoro in Italia cresce l’occupazione stabile e aumenta della presenza femminile, ma ci sono anche nuovi trend all’insegna di una crescente volontà di migrazione verso forme di lavoro più flessibile (ad esempio lo smart working) che lascino più spazio alla conciliazione con la vita privata.
Lo rivela il 7° Rapporto Censis – Eudaimon sul welfare aziendale, che non manca di mettere in evidenza anche le consuete criticità, come il gap di genere e la carenza di forza lavoro giovanile qualificato, ma che al contempo traccia le nuove dinamiche in atto e mette in guardia le aziende prima che si trovino dinanzi ad una vera fuga di talenti.
Le nuove esigenze dei lavoratori italiani
Gli occupati in Italia fino al 2022 erano 23,1 milioni, con un tasso di occupazione passato dal 56,1% al 60,1% in dieci anni. Segnali positivi che tuttavia si accompagnano ad una evidente difficoltà nella conciliazione tra lavoro e famiglia, come dimostra il netto aumento delle dimissioni e risoluzioni consensuali di genitori, quasi raddoppiate dalle 39.738 del 2017 a oltre 61 mila nel 2022.
Guardando al futuro, il 67,7% degli occupati vorrebbe ridurre il tempo dedicato al lavoro e aumentare quello riservato al tempo personale, un’esigenza condivisa dal 65,5% dei giovani, dal 66,9 degli adulti e dal 69,6% degli over 50.
Ammonta al 30,5% la percentuale di occupati che dichiara di impegnarsi nel lavoro lo stretto necessario, anche rifiutando gli straordinari e tenendosi lontano dalle chiamate e dalle email fuori dall’orario di lavoro.
Come si adattano le aziende
Quali sono le cause di questa disaffezione al lavoro?
Il report mette in evidenza come per il 62% degli occupati la retribuzione non consenta di realizzare le proprie ambizioni, mentre per il 43,3% il lavoro svolto è inadeguato rispetto alle competenze e al titolo di studio conseguito. Il 95% delle aziende ritiene dunque che è necessario adattarsi al nuovo trend. Come? Con
- Rendendo più incentivanti le retribuzioni
- concedendo maggiore flessibilità negli orari di lavoro
- Erogando nuovi benefit
- Attivando dispositivi di welfare aziendale
Ecco il dettaglio sulle strategie in atto per la talent retention:
Il ruolo del welfare aziendale per la retention
L’89,2% degli occupati vorrebbe un welfare aziendale su misura, magari anche gestibili via app (il 90,6% dei dirigenti, il 78,8% degli impiegati e il 76,5% degli operai).
Il 72,4% apprezzerebbe addirittura un consulente in materia (il 79,9% dei dirigenti, il 72,6% degli impiegati e il 68,8% degli operai).