I lavoratori che sanno già di superare le soglie di reddito con diritto al trattamento integrativo IRPEF in busta paga, per evitare un pesante conguaglio fiscale a fine anno possono chiedere da subito la rinuncia del Bonus Renzi.
La procedura cambia per dipendenti pubblici e privati e si può procedere inviando un modulo al datore di lavoro oppure una comunicazione telematica al sostituto d’imposta.
Rinuncia online su INPS e NoiPA al trattamento integrativo
Per i lavoratori dipendenti del settore privato, la rinuncia al bonus può essere fatta al datore di lavoro o sul sito INPS, dove è attiva un’apposita procedura web che permette la rinuncia al trattamento integrativo fino a a 100 euro.
Per gli statali e i dipendenti pubblici pagati tramite noiPA, invece, esiste un’analoga procedura telematica. I dipendenti del settore pubblico che vogliono richiedere la rinuncia al Bonus Renzi, devono inoltrare la richiesta direttamente sul portale NoiPA, dopo essersi autenticati.
In area riservata bisogna scegliere il servizio “Bonus IRPEF”. Successivamente, si deve selezionare “gestione bonus fiscale” e procedere con la comunicazione di rinuncia.
Allo stesso modo, è possibile anche revocare una rinuncia al bonus IRPEF presentata in precedenza, nel momento in cui cambino le condizioni lavorative e di reddito e si abbia nuovamente diritto al trattamento integrativo.
Gli effetti della comunicazione hanno decorrenza a partire dal primo cedolino dello stipendio successivo alla comunicazione.
Modulo per la rinuncia al Bonus Renzi
Per la Comunicazione ai fini dell’erogazione del trattamento integrativo per i redditi di lavoro dipendente e assimilati (Art. 1 DL n. 3/2020 come modificato dalla Legge n. 2342021), il dipendente privato può inviare una comunicazione al datore di lavoro con il quale si esplicita la rinuncia all’erogazione anticipata, calcolata mese per mese, del trattamento integrativo IRPEF fino a 100 euro netti in busta paga.
Il motivo è duplice:
- se il lavoratore sa già di non avere diritto al Bonus Renzi e non vuole subire una trattenuta a conguaglio a fine anno, può direttamente scegliere di non farsi erogare il trattamento integrativo in busta paga.
- se il lavoratore preferisce che sia il Fisco ad erogare per intero il Bonus Renzi (ossia il trattamento integrativo IRPEF) a fine anno, in sede di dichiarazione dei redditi, può scegliere che sia l’Amministrazione finanziaria a fungere per questa specifica voce di salario da sostituto d’imposta al posto dell’azienda.
Modelli di comunicazione al datore di lavoro
Come si comunica questa scelta?
Non esiste un modello univoco ma in rete si trovano diversi fac-simile utili allo scopo e che coprono le diverse fattispecie.
- Prima di tutto, si può chiedere la rinuncia al beneficio, perché:
- si presume che nell’anno 2024 il reddito complessivo sarà superiore ad euro 28.000;
- si richiede il beneficio ad altro datore di lavoro (per chi ad esempio ha due part-time);
- si ritiene che non ricorrano tutte le condizioni di legge necessarie per il diritto al beneficio.
- Si può anche inviare una comunicazione al datore di lavoro in cui si indichino gli ulteriori redditi (indicando la cifra lorda annua in euro), aggiuntivi rispetto a quelli derivanti dal rapporto con l’azienda.
- La stessa comunicazione si può utilizzare ai fini del corretto calcolo e applicazione delle detrazioni artt. 12 e 13 del TUIR (è obbligatorio comunicare le variazioni di reddito ai fini della spettanza ex art. 23, co. 2, lett. a) DPR 600/1973).
- Infine, si può anche richiedere che l’azienda non conceda il bonus ogni mese ma che effettui direttamente la verifica e l’applicazione del trattamento integrativo IRPEF a fine anno, in sede di conguaglio previdenziale e fiscale.
A chi conviene la rinuncia al Bonus Renzi
Per aver diritto al Bonus Renzi, che oggi è erogato in forma di trattamento integrativo IRPEF in busta paga – con un massimo di 100 euro al mese ma riparametrato in base al reddito da lavoro percepito – bisogna rispettare una serie di requisiti che vanno oltre il semplice rispetto delle soglie. Nel 2024 sono intervenute ulteriori condizioni, che servono a compensare l’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF.
Prima di tutto, per il bonus in misura piena è necessario che il reddito complessivo annuo lordo (imponibile ai fini IRPEF) non sia superiore a 15.000 euro e l’imposta lorda sul reddito da lavoro dipendente deve essere maggiore dell’importo delle detrazioni da lavoro dipendente ai sensi dell’art. 13, comma 1, del TUIR diminuita di 75 euro.
Se il reddito complessivo è compreso tra 15.000 e 28.000 euro e la somma delle detrazioni (per familiari a carico, per lavoro dipendente eecc.) è superiore all’imposta dovuta, spetta un bonus parziale pari alla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda, entro un limite di 1.200 euro annui.
Per il datore di lavoro è difficile conoscere queste informazioni, avendo a disposizione soltanto i dati utilizzati per il calcolo dello stipendio netto in busta paga.
Da qui la possibilità di rinunciare all’applicazione mensile del Bonus Renzi preferendo il conguaglio annuale, a debito o a credito, direttamente da parte dell’Agenzia delle Entrate. Soprattutto se già si sa di non aver diritto al bonus pieno o parziale: in questo modo si eviterà di dover restituire il bonus a fine anno, fruito in misura maggiore o addirittura non spettante.