È online il Rapporto ANPAL con il monitoraggio dei Servizi per l’impiego, una fotografia dettagliata dei CPI alla luce del nuovo inquadramento normativo definito a novembre 2021 con il programma Garanzia di occupabilità per i lavoratori (GOL).
La riforma ha inciso sulla prassi operativa dei CPI introducendo nuove modalità di presa in carico e una maggiore diversificazione dell’offerta di servizi in base al livello di occupabilità delle persone.
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Dal punto di vista territoriale, tuttavia, ANPAL mette in evidenza il perdurare di un netto divario geografico. Le sedi dei CPI attive in Italia (alla data di rilevamento) sono 540, il 41,3% localizzate nelle Regioni del Mezzogiorno (223 sedi) e per il restante 58,7% nelle aree geografiche del Centro Nord, precisamente il 17,4% al Centro (94 sedi) e il 21,1% nel Nord Est (114 sedi), mentre le Regioni del Nord Ovest pesano per il 20,2% (109 sedi).
Il sistema funziona dove sono presenti le condizioni per decongestionare l’organizzazione dei CPI e compensare con un’adeguata offerta funzionale le domanda di servizi proveniente dai territori – si legge nel report.
A trovarsi in posizione di vantaggio sono i CPI che operano dove i mercati del lavoro sono più dinamici e i volumi di utenza più proporzionati, sebbene a rivolgersi ai CPI siano gli utenti scarsamente occupabili che richiedono interventi complessi e che necessitano di risorse umane più qualificate.
I fabbisogni di personale degli uffici, infatti, sono ancora elevati.