La perequazione delle pensioni attuata per scaglioni (invece che per fasce di reddito) fa perdere da 600 a 3mila euro lordi al mese ai pensionati sopra quattro volte il minimo, e questo solo nel 2024: sommando la decurtazione annua e proiettandola sull’attesa di vita media, per un trattamento da 2.300 euro lordi, c’è un mancato guadagno per gli uomini pari a 6.673 euro e per le donne di 7.804 euro.
I calcoli sono della Cgil, e si riferiscono al meccanismo previsto dalla Manovra 2023 per il biennio 2023-2024. Vediamo di seguito cosa è emerso dalle proiezioni e quanto si perde con la penalizzazione imposta dal Governo, proprio quando l’inflazione morde di più.
Rivalutazione pensioni per scaglioni 2023-2024
La legge 197/2022 (Manovra 2023) ha stabilito per il biennio 2023-2024 che le aliquote di perequazione automatica non si applichino progressivamente per fasce ma in base a scaglioni di reddito pensionistico, ossia sull’intero importo della pensione. Quindi, per fare un esempio, un trattamento previdenziale fra quattro e cinque volte il minimo (fra 2mila 102 e 2mila 627), per il quale si applica la perequazione all’85%, si rivaluta di questa percentuale sull’intero importo.
Il precedente meccanismo l’applicazione delle aliquote per fasce e tre diversi scaglioni: rivalutazione al 100% fino a quattro volte il minimo, al 90% fra quattro e cinque volte il minimo, al 75% sopra le cinque volte il minimo. In questo modo si sarebbe ottenuta una rivalutazione al 100% per la parte fino a quattro volte il minimo (2.102 euro) e all’85% sull’eccedenza. In pratica, un’indicizzazione progressiva. Che invece è andata persa sia nel 2023 sia per il 2024.
Il confronto con la precedente perequazione a fasce
Il sindacato ha calcolato la differenza fra i due sistemi considerando sia le percentuali di perequazione sia l’indicizzazione all’inflazione prevista nel 2023 (all’8,1%) e nel 2024 (al 5,4%).
Pensioni: quanto si perde con la perequazione a scaglioni
La quantificazione del taglio viene applicata a quattro diversi importi di pensione a fine 2022: 2mila 300 euro lorde, 2mila 800, 3mila 320, 3mila 840. Sulla pensione di 2mila 300 euro, che equivalgono a 1786 euro netti, si perdono 208 euro netti nel 2023 e 377 euro nel 2024, per una perdita netta totale nel biennio pari a 585 euro.
Per la pensione più alta fra quelle considerate, pari a 3mila 840 euro lordi, che sono 2mila 735 euro netti, si perdono 1008 euro netti nel 2023 e altri 1750 nel 2024, quindi in questo caso il taglio nel biennio è di 2mila 769 euro. In media, si perdono 2mila euro a pensione.
Tutti i calcoli in tabella:
Penalizzazione anche per il futuro
La proiezione della perdita determinata dal taglio dell’indicizzazione 2023-2024 sulla vita media va da 6mila673 euro per gli uomini a 7mila 804 euro per le donne (che hanno un’attesa di vita più alta), mentre sulle pensioni più alte supera i 30mila euro.