Il TFR – Trattamento di Fine Rapporto – è regolamentato dall’articolo 2120 del codice civile e dalla legge 297/1982. Consiste in una somma che spetta al termine di un lavoro dipendente, a prescindere dalle ragioni che l’hanno causato (pensionamento, chiusura del contratto, licenziamento o dimissioni), a meno che non sia interamente destinato alla previdenza complementare.
TFR: come funziona
Una quota del futuro TFR viene accantonata ogni mese e tale importo è indicato in busta paga. La somma in caso di cessazione del rapporto di lavoro corrisponde ai risparmi accumulati durante il periodo lavorativo. Questa somma viene rivalutata utilizzando un tasso composto, basato sull’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati stabilito dall’Istat.
La legge prevede alcune situazioni specifiche in cui una parte del TFR accumulato può anche essere anticipata durante il rapporto. I Contratti Collettivi hanno inoltre la possibilità di stabilire condizioni più favorevoli per l’anticipo del TFR, così come di definire criteri di priorità per l’accettazione delle richieste correlate.
TFR metalmeccanici: come funziona
Prima del 31 dicembre 2006, il TFR che non era destinato alla previdenza complementare rimaneva in azienda fino alla fine del rapporto lavorativo, tranne nel caso in cui il dipendente richiedesse un anticipo. Inoltre, la gestione del TFR era completamente affidata al datore di lavoro. Dal 1° gennaio 2007, il TFR ha assunto principalmente la funzione di strumento di finanziamento previdenziale.
La normativa riguardante il conferimento del trattamento alle forme pensionistiche complementari è stata modificata e i lavoratori devono decidere al momento dell’assunzione la destinazione del TFR che matureranno.
Nelle aziende con almeno 50 lavoratori, il TFR che i dipendenti decidono di mantenere presso il datore di lavoro, non destinandolo alle forme di previdenza complementare, viene gestito da un fondo specifico, creato presso l’INPS: il Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto, noto come Fondo Tesoreria: articoli 1, comma 749-766, legge 296/2006; Decreto Ministeriale 30 gennaio 2007.
Diversamente, nelle imprese con meno di 50 dipendenti, il TFR non viene destinato automaticamente al Fondo di Tesoreria dell’INPS ma rimane interamente nelle mani del datore di lavoro fino al termine del rapporto di lavoro, a meno che il dipendente non decida di destinare il TFR alla previdenza complementare.
Quanto tempo ha il datore di lavoro per pagare il TFR Metalmeccanici
La liquidazione del TFR da parte del datore di lavoro deve avvenire entro i termini previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di categoria – che sono compresi tra i 30 ed i 45 giorni. Per i metalmeccanici, il TFR deve essere pagato dal datore di lavoro entro 30 giorni dalla data di pubblicazione dell’indice ISTAT da utilizzare ai fini della rivalutazione del fondo TFR.
Cosa accade se il datore paga il TFR in ritardo?
Se il trattamento viene pagato in ritardo rispetto a tale termine, oltre al TFR, il datore di lavoro ha l’obbligo di versare anche gli interessi di mora. Il tasso da applicare in questi casi è il tasso di interesse legale – quello che viene stabilito ogni anno dall’Istat.
Cosa accade se il datore non paga il TFR?
Se il datore di lavoro non paga il TFR, i metalmeccanici possono, come primo passo, inviare una lettera di sollecito. Se non si ottengono risultati non resta che adire a vie legali.
La legge fornisce corsie preferenziali per poter recuperare le somme non pagate relative al TFR metalmeccanici e non: il Giudice, su richiesta dell’avvocato, potrà emettere immediatamente un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, che permetterà il recupero delle somme non pagate rivalendosi sul patrimonio del soggetto moroso o dell’azienda.
Prima di arrivare a questo passaggio, il Tribunale del Lavoro, può notificare al datore di lavoro il precetto – è un’intimazione al pagamento del TFR dovuto prima di arrivare al pignoramento dei beni.
Dopo quanto tempo entra in prescrizione TFR Metalmeccanici
L’obbligo di pagare il TFR metalmeccanici si prescrive dopo 5 anni – il termine ovviamente è la data di cessazione del rapporto di lavoro. Questo termine può essere allungato di cinque anni in presenza di una sentenza di condanna passata in giudicato. Se l’impresa che dovrebbe pagare fallisce o è soggetta ad altre procedure concorsuali, il pagamento del TFR può avvenire grazie al Fondo di garanzia INPS. Bisogna però presentare una richiesta specifica all’ente pensionistico.
Come calcolare il TFR contratto metalmeccanici
Secondo quanto previsto dall’articolo 2120 del Codice Civile, il Trattamento di Fine Rapporto si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5. Ogni anno, il TFR metalmeccanici viene rivalutato tramite un indice pari al 75% dell’inflazione più un 1,5% fisso. In altre parole, il TFR viene aggiornato per tener conto dell’aumento dei prezzi.
Quanto si matura all’anno
Il Trattamento di Fine Rapporto matura annualmente e viene calcolato sulla base della retribuzione annua comprensiva delle diverse componenti retributive, incluse le ferie, che rappresentano un periodo di riposo retribuito e concorrono a determinare l’ammontare complessivo del TFR stesso.
Per capire meglio come funziona, prendiamo ad esempio un lavoratore dipendente con contratto metalmeccanici e una RAL di 25.000 € all’anno. Alla fine di ogni anno, la sua quota di TFR viene calcolata dividendo il suo reddito annuo lordo per 13,5. Ad esempio, al termine del primo anno di lavoro, la sua quota di TFR sarà di 1.851,85 €.
L’anno successivo, con lo stesso stipendio e un aumento dell’indice dei prezzi al consumo dell’1%, la sua quota annua di TFR rimarrà la stessa, ma verrà rivalutata aggiungendo il 75% dell’inflazione più l’1,5% fisso. In questo caso, la rivalutazione sarà di 41,66 €, portando il totale dell’accantonamento al secondo anno di TFR a 3.745,37 €. Questo processo viene ripetuto ogni anno per tutti i lavoratori dipendenti.
Come è tassato il TFR metalmeccanici
A partire dal 1° gennaio 2015, sono state apportate modifiche alle modalità di tassazione del TFR (L. 190/2015). Ora la rivalutazione è soggetta a un’imposta sostitutiva del 17% o 23% per le imprese con più di 50 dipendenti. Di solito, l’imposta sostitutiva viene calcolata e detratta dal TFR alla fine dell’anno fiscale.
Il pagamento deve essere effettuato come segue:
- Un acconto del 90% della rivalutazione maturata nell’anno precedente entro il 16 dicembre dell’anno di riferimento, utilizzando il modello F24 e il codice tributo 1712.
- Un saldo entro il 16 febbraio dell’anno successivo, utilizzando il codice tributo 1713.
L’imposta sostitutiva deve essere comunque pagata entro il 16 febbraio in caso di cessazione del rapporto di lavoro durante l’anno.
L’imposta sostitutiva non è dovuta per i contribuenti che aderiscono a una forma pensionistica complementare. In questo caso, infatti, il lavoratore non riceve il TFR metalmeccanici, che viene interamente destinato al fondo pensione.
La situazione è diversa per coloro che scelgono di richiedere un anticipo del TFR metalmeccanici, perché saranno soggetti a una tassazione basata sui seguenti criteri:
- Se l’anticipo viene richiesto per l’acquisto della prima casa, la tassazione sarà del 23%.
- Se l’anticipo viene richiesto per spese mediche, l’aliquota sarà del 15% con una riduzione dello 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio, fino ad un massimo del 6%.
- Se l’anticipo viene richiesto per motivi personali, l’aliquota sarà del 15% con una riduzione dello 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio, fino ad un massimo del 9%.
Anticipo TFR metalmeccanici: come funziona
Un lavoratore che ha almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro può richiedere un’anticipazione, durante il rapporto di lavoro, non superiore al 70% del trattamento che avrebbe diritto di ricevere in caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta.
La richiesta di anticipo del TFR metalmeccanici deve essere giustificata dalla necessità di:
- affrontare spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle strutture pubbliche competenti;
- acquistare la prima casa di abitazione per sé o per i figli;
- sostenere spese durante il congedo parentale o per la formazione del lavoratore.
Questa anticipazione può essere ottenuta una sola volta durante il rapporto di lavoro e viene detratta dal Trattamento di Fine Rapporto.
Gli scatti di anzianità, che rappresentano incrementi retributivi periodici legati alla permanenza del lavoratore presso la stessa azienda, contribuiscono alla determinazione della retribuzione complessiva annuale, influenzando così anche il calcolo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).