Lunedì 4 dicembre alle ore 9:00 parte il click day dedicato al lavoro domestico fornito da extracomunitari, al quale possono partecipare i datori di lavoro che vogliono assumere un collaboratore familiare, una badante o una baby-sitter che si trovano all’estero, in relazione alla quota prevista dal Decreto Flussi.
Per il 2023 è autorizzato l’ingresso di 9.500 lavoratori da destinare all’assistenza familiare e socio-sanitaria. Le domande sono accolte in ordine cronologico di invio, motivo per cui si tratta di un vero e proprio click day.
Come fare domanda per colf e badanti extracomunitari
Nell’apposta sezione del portale web del Ministero dell’Interno è stato possibile precompilare l’istanza fino al 26 novembre, utilizzando il modello A-bis.
Tutte le istruzioni sono contenute nella circolare del Ministero dell’Interno (la n. 5969/2023), che spiega come a inviare la domanda di nulla osta al lavoro.
Gli adempimenti prima della domanda
È Assindatcolf a ricordare gli adempimenti fondamentali necessari per presentare l’istanza:
- verifica del reddito imponibile, che in caso di datore singolo non deve essere inferiore a 20mila euro, mentre se il nucleo è composto da più familiari l’importo sale a 27mila euro (non è previsto alcun limite se il datore è una persona non autosufficiente);
- verifica di indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio e idonei a svolgere le mansioni di colf, badanti e baby-sitter (rivolgendosi presso il centro per l’impiego);
- asseverazione della certificazione da parte di professionisti abilitati o associazioni specifiche (organizzazioni datoriali firmatarie del Protocollo d’Intesa del 3 agosto 2022) relativamente alle condizioni reddituali del datore e delle condizioni contrattuali che si vogliono offrire al lavoratore (il lavoratore domestico può essere assunto a tempo determinato o indeterminato, a tempo pieno o parziale, senza mai scendere sotto le 20 ore alla settimana e con una retribuzione mensile non inferiore all’importo dell’assegno sociale pari a 503,27 euro).
Come sottolineato nell’edizione 2023 del Rapporto “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”, le quote autorizzate non sono comunque sufficienti a coprire il fabbisogno aggiuntivo di manodopera straniera in Italia, pari a 23mila lavoratori non comunitari l’anno e a circa 68mila nel triennio 2023-2025.