Nel terzo trimestre del 2023 ammontano complessivamente a 97.145 le nuove Partite IVA aperte, una cifra che mostra un aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Sono poi 48.192 i soggetti che hanno aderito al Regime Forfetario, pari al 49,6% del totale delle nuove aperture: questa percentuale mostra un incremento del 7,3%.
A rivelarlo è l’aggiornamento dell’Osservatorio sulle Partite IVA del MEF relativo agli ultimi tre mesi dell’anno in corso.
Partite IVA: quante sono
Il report che mostra come il 70% delle nuove aperture sia stato operato da persone fisiche, il 22% da società di capitali e il 2,7% da società di persone.
Se il 49,2% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il Centro e il Sud isole comprese hanno visto rispettivamente nascere il 21,1% e il 29,3% di Partite IVA, con la Lombardia in cima alla classifica dei territori con i maggiori aumenti (+11,2%).
A seguire la Provincia di Trento (+9,7%) e la Sardegna (+8,6%), mentre a registrare le contrazioni più marcate sono state Puglia (-7,7%), Veneto (-4,3%) e Molise (-3,1%).
Dove si guadagna di più
Dal punto di vista dei settori produttivi è il commercio a mostrare una maggiore vivacità con il 19,2% del totale delle nuove aperture seguito dalle attività professionali e dall’edilizia (10,1%).
Tra i settori principali, inoltre, gli incrementi più evidenti hanno coinvolto l’istruzione (+128,3%), alloggio e ristorazione (+10,6%) e servizi residuali (+7,6%).
Altri dati emersi dal report riguardano il Paese di nascita degli avvianti, che nel 22,2% dei casi sono nati all’estero.
Tracciando un identikit delle persone fisiche che hanno aperto la Partita IVA, infine, si evince come anche nel 2023 ci sia stata una prevalenza della quota maschile e come metà delle nuove aperture sia stata promossa da giovani fino a 35 anni.