Il 10 ottobre è l’ultimo giorno utile per richiedere al proprio sostituto d’imposta di non trattenere in busta paga l’importo relativo al secondo o unico acconto dell’IRPEF o della cedolare secca.
E’ anche possibile chiedere al datore di lavoro di farsi trattenere un importo inferiore all’imposta calcolata sulla base di quella versata nell’anno precedente, come indicata nel prospetto di liquidazione del modello 730/2023.
Se si ritiene infatti di dover pagare meno nel nuovo anno, si può chiedere al proprio sostituto d’imposta di applicare una trattenuta inferiore o di non applicare l’acconto.
Modello 730/2023 e calcolo acconti IRPEF
Il modello 730/2023 è utilizzato per calcolare gli acconti sulle imposte dovute per i redditi 2023, relative all’IRPEF e/o alla cedolare secca.
Queste trattenute vengono calcolate ogni anno sulla base dei redditi dichiarati in quello precedente.
Nel caso il contribuente (dipendente o pensionato) preveda di sostenere nel 2023 spese detraibili maggiori o di percepire redditi inferiori rispetto al 2022, ha la possibilità di modificare l’acconto o di non versarlo del tutto, previa comunicazione tempestiva.
Comunicazione al sostituto d’imposta
Per modificare l’acconto o di non versarlo, è dunque necessario comunicare la propria intenzione al sostituto d’imposta, che poi effettuerà o meno la trattenuta in busta paga.
La scadenza per il 2023 è fissata al 10 ottobre.
Attenzione: questa comunicazione è necessaria solo se la decisione di non versare acconti o di farsi trattenere un importo più basso non è stata già espressa nella dichiarazione dei redditi.