La pensione di invalidità civile (inabilità) è una prestazione economica erogata dall’INPS a favore dei lavoratori impossibilitati a svolgere qualsiasi attività lavorativa. Bisogna tuttavia rispettare determinati vincoli, in termini di requisiti anagrafici, sanitari e reddituali.
Vediamo quale è la procedura di richiesta e quali sono i requisiti che è necessario soddisfare per richiedere la pensione di invalidità in Italia.
Pensione di invalidità: requisiti anagrafici e sanitari
La pensione di invalidità rappresenta un supporto assistenziale per persone di età compresa tra 18 e 67 anni, affette da totale inabilità lavorativa o invalidità al 100%. Per gli invalidi civili parziali (dal 74% al 99%), l’assegno INPS spetta per 13 mensilità, con un aumento per chi non ha altri redditi. Per gli invalidi civili al 100%, l’assegno è maggiorato.
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Questa prestazione è destinata a cittadini italiani residenti in Italia, ma anche a cittadini comunitari e extracomunitari legalmente residenti. Ai lavoratori dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri), e quelli iscritti alla Gestione Separata viene chiesto di essere assicurato presso l’INPS da almeno 5 anni e avere un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, di cui almeno 3 anni versati negli ultimi cinque.
L’indennità di comunicazione e quella di accompagnamento sono invece ulteriori prestazioni eventualmente spettanti, con eventuale maggiorazione per i ciechi totali.
Pensione di invalidità: requisiti di reddito
Per ottenere la pensione di invalidità civile, è necessario rispettare specifici limiti di reddito. Nel 2023, il limite di reddito annuo è di 17.920,00 € per invalidi totali, ciechi civili e sordomuti e 5.391,88 euro per invalidi parziali e minori. Si considerano i redditi di qualsiasi natura calcolati al netto delle ritenute fiscali e degli oneri deducibili.
L’importo della pensione di invalidità, le rendite INAIL le pensioni di guerra, l’indennità di accompagnamento e i redditi soggetti a imposta sostitutiva dell’IRPEF non sono conteggiati nel reddito. Anche la casa di abitazione è esclusa dal calcolo del reddito.
L’importo base della pensione può essere maggiorato se il beneficiario e il coniuge non hanno redditi superiori a un certo limite.
La maggiorazione dell’assegno sociale è concessa solo se la persona che ne è titolare non possiede redditi propri pari o superiori all’importo annuo dell’assegno sociale e della maggiorazione stessa (che nel 2023 è pari a 6.542,51 €). Nel caso in cui la persona sia coniugata, i redditi propri non devono superare l’importo precedentemente indicato, né devono essere cumulati con quelli del coniuge per un importo superiore alla somma dell’assegno sociale annuo comprensivo della maggiorazione e del trattamento minimo delle pensioni a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (che nel 2023 è pari a 13.085,02 €).
Pensione di invalidità e compatibilità con altre prestazioni e lavoro
A differenza dell’assegno di invalidità ordinario, la pensione di inabilità per invalidi civili è incompatibile con qualsiasi attività lavorativa dipendente e con l’iscrizione agli albi professionali o agli elenchi dei lavoratori autonomi come artigiani, commercianti, coltivatori diretti.
Non è cumulabile con le rendite vitalizie INAIL o con provvidenze per invalidità civile legate alla stessa causa. Tuttavia, è possibile richiedere un assegno mensile per assistenza personale e continuativa in determinate condizioni.
Differenza tra pensione e assegno ordinario di invalidità
L’assegno ordinario di invalidità lavorativa è erogato a lavoratori con una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità permanente.
La principale differenza è che l’assegno ordinario può essere concesso anche se il beneficiario continua a lavorare. Inoltre, il periodo in cui si riceve l’assegno conta come contributivo per la pensione di vecchiaia.
Trasformazione della pensione di invalidità
Al raggiungimento dei 67 anni, la pensione di invalidità civile si trasforma in Assegno Sociale. Si tratta di una prestazione economica erogata su domanda, riservata a coloro che hanno redditi inferiori alle soglie di sopravvivenza. L’importo dell’assegno per il 2023 è di 503,27 euro per 13 mensilità.
Come richiedere la pensione di invalidità
Per richiedere l’assegno o la pensione di invalidità civile, è necessario sottoporsi ad una visita di accertamento presso la Commissione dell’ASL. Il verbale emesso viene poi verificato dall’INPS che decide se convalidarlo o meno e, in caso contrario, può richiedere un’ulteriore visita.
Per presentare la domanda, è necessario ottenere il certificato introduttivo dal proprio medico di famiglia e inviarlo telematicamente all’INPS. È infatti possibile richiedere l’assegno mensile o la pensione di inabilità sia attraverso il sito web dell’INPS, che tramite un patronato o un’associazione di categoria.
Nella domanda devono essere inseriti i dati socioeconomici, come eventuali ricoveri, attività lavorativa, reddito e modalità di pagamento. L’INPS invierà il verbale di invalidità civile tramite raccomandata A/R o PEC, se fornita dall’utente, e sarà disponibile nella Cassetta postale online.
È importante notare che non è possibile presentare una nuova domanda per la stessa prestazione fino a quando l’iter di quella in corso non è stato completato o, in caso di ricorso giudiziario, finché non è intervenuta una sentenza passata in giudicato.
Se si soddisfano i requisiti sanitari, l’assegno o la pensione verranno corrisposti a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda amministrativa.
INPS unico ente per le pensioni di invalidità
Dal 1° giugno 2023, l’INPS è l’unico ente preposto all’accertamento delle condizioni di inabilità e inidoneità al lavoro per il personale civile delle amministrazioni statali, degli enti pubblici non economici e degli enti locali, nonché per i familiari superstiti dei dipendenti aventi diritto alla pensione indiretta o di reversibilità. Le commissioni mediche ASL continuano ad effettuare le valutazioni per le richieste precedenti a questa data.