Con la Legge di Bilancio 2024 torna anche Opzione Donna, alle stesse condizioni dell’anno scorso ma con lo svantaggio di richiedere un anno in più: adesso si esce a 61 anni. Il Governo ha fatto dunque marcia indietro rispetto alle prime bozze di Manovra che avvicinavano lo strumento all’APE Sociale e, più sbrigativamente, ha liquidato la questione con una riproposizione dell’edizione 2023 che aumenta però il requisito anagrafico e gli sconti previsti.
Vediamo esattamente come funzionerebbe la nuova formula.
Opzione Donna 2024 a 61 anni
Opzione Donna resta dunque limitata alle consuete categorie di beneficiarie: esuberi da aziende con tavoli di crisi; caregiver familiari; inabili al 74%. Il requisito contributivo è pari a 35 anni, quello anagrafico sale a 61 anni, con due anni in meno per le dipendenti o licenziate di aziende in crisi con tavoli aperti (a cui è richiesta un’età di 59 anni).
Resta anche lo sconto di un anno per chi ha un figlio (esce a 60 anni) e fino a due anni per chi ha due i più figli (esce a 59 anni).
Chi può uscire con i vecchi requisiti di Opzione Donna
In base alle regole 2023, l’Opzione Donna richiede 35 anni di contributi e 60 anni di età entro il 31 dicembre 2022, con uno sconto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni, e l’appartenenza a una delle seguenti tre categorie: caregiver, disabilità pari almeno al 75%, disoccupate o occupate in aziende con tavoli di crisi aperti.
Chi ha matura questi requisiti entro lo scorso anno potrà ancora esercitare il diritto ad uscire con la “vecchia” Opzione Donna, anche in futuro.
Chi ha invece maturato i 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome, entro il 31 dicembre 2021, può andare in pensione con l’Opzione Donna con le vecchie regole.