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Opzione Donna, chi può andare in pensione con i vecchi requisiti

di Barbara Weisz

28 Settembre 2023 11:56

Le lavoratrici che avevano i requisiti per Opzione Donna a fine 2021 possono ancora andare in pensione anticipata con le vecchie regole: come funziona la cristallizzazione del diritto.

Per le lavoratrici che aspiravano ad andare in pensione anticipata con Opzione Donna, ma poi hanno visto i requisiti divenire più stringenti con la Legge di Bilancio 2023, c’è una precisazione importante da dare: se avevano già maturato il diritto in base alle vecchie regole ma non lo avevano esercitato possono ancora farlo.

La possibilità di fare richiesta di pensione con Opzione Donna anche anche in un momento successivo all’anno di maturazione del requisito spetta in virtù della cosiddetta cristallizzazione del diritto.

Vediamo come funziona e quali requisiti servono, in base all’anno della loro maturazione.

Opzione Donna: maturazione dei requisiti

Le regole sull’Opzione Donna sono cambiate diverse volte. Fino al 2015 potevano ritirarsi accettando il ricalcolo contributivo dell’assegno le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 57/58 anni di età, rispettivamente se dipendenti o autonome. Nel 2018, il requisito anagrafico  età è stato alzato a 58/59 anni, rimanendo tale fino al 2021.

Cristallizzazione del diritto a pensione

In questo arco di tempo, chi aveva maturato i requisiti per la pensione con Opzione Donna ma aveva preferito rimanere al lavoro, ha comunque conservato il diritto a farlo anche negli anni successivi.

Nel Rapporto annuale INPS 2023 sono sintetizzate tutte le modifiche ai requisiti.

Le lavoratrici che hanno maturato i requisiti sopra esposti entro le rispettive date, possono ancora andare in pensione con l’Opzione Donna. Se invece al 31 dicembre 2021 non avevano ancora l’età anagrafica e i versamenti contributivi necessari, allora devono maturarli con le nuove regole.

Chi può optare per Opzione Donna nel 2023

Con la Legge di Bilancio 2023, per accedere all’Opzione Donna bisogna avere 60 anni, con lo sconto di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni di riduzione del requisito anagrafico. Non solo: bisogna appartenere a una delle seguenti tre categorie: caregiver, invalide almeno al 74%, licenziate o dipendenti da imprese con tavoli di crisi aperti (in quest’ultimo caso, il requisito anagrafico è di 58 anni).

Per chi non può vantare i requisiti con le vecchie regole maturati entro il 2021, allora questi nuovi requisiti devono essere stati raggiunti entro il 31 dicembre del 2022 per poter andare in pensione con Opzione Donna nel 2023.

Esempi pratici

  • Lavoratrice di 60 anni con 35 di contributi al 31 dicembre 2021, non appartenente a categorie specifiche: può comunque andare in pensione con Opzione Donna in qualsiasi momento, perché aveva già maturato il diritto entro fine 2021.
  • Dipendente di 57 anni con 35 di contributi al 31 dicembre 2021: non avendo maturato il diritto a Opzione Donna entro fine 2021, può utilizzare l’Opzione Donna solo se rientra nelle nuove categorie di potenziali beneficiarie.

Pensioni 2024: cosa cambia per le donne

La Manovra 2024 allo studio del Governo conterrà di certo una proroga di questa forma di flessibilità in uscita, ma non è ancora certo se con rimodulazioni dei requisiti.

Ci sono diverse ipotesi su come la misura sarà calibrata; sembra ad esempio probabile che possa venire eliminata la differenziazione fra lavoratrici con o senza figli, unificando per tutte il requisito anagrafico (si auspica a 58 anni).

In parallelo, potrebbe arrivare una estensione dell’APE Sociale per le lavoratrici (la cosiddetta APE Donna), senza il ricalcolo contributivo ma con una maggiore anzianità dei versamenti.