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Riforma Pensioni, proposte su Opzione Donna e Precoci

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Settembre 2023
Aggiornato 14 Ottobre 2023 18:54

Opzione Donna con vecchie regole e APE Sociale per i Precoci oltre che per lavori gravosi: le richieste di riforma pensioni e le indicazioni di Governo.

Dal tavolo del 5 settembre sulla riforma pensioni non sono emerse neppure questa volta proposte concrete di sintesi tra le posizioni di Governo e Sindacati: Cgil, Cisl e Uil continuano a lamentare la mancanza di risposte da parte dell’Esecutivo, da cui arrivano soltanto alcune indicazioni su le misure da inserire nella Legge di Bilancio 2024.

In realtà, anche su questo fronte, al momento non sembrano però esserci elementi concreti.

Tavolo con il Governo, le critiche dei sindacati

Partiamo dalla riunione del 5 settembre, convocata per parlare di Opzione Donna e pensione usuranti. Nette le critiche di Cgil e Uil, il cui segretario confederale Domenico Proietti, ha dichiarato:

Il Governo non ha dato una sola indicazione su cosa intende fare.

«In assenza della ministra, abbiamo ribadito all’Osservatorio, le nostre proposte su lavori gravosi e usuranti e sulle misure che riguardano le donne. Noi continuiamo a fare la nostra parte ma, anche sulla previdenza, non si può dire lo stesso della ministra e del Governo» rincara la dose Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil.

Le proposte su Opzione Donna e Precoci

La Cisl si è limitata a ricordare quali proposte ha portato al tavolo.

«Proroga della pensione con Opzione Donna nel 2024 e 2025 senza l’appesantimento delle condizionalità previste dall’ultima Legge di Bilancio che ne ha fortemente condizionato l’accesso recuperando i requisiti anagrafici di 58/59 anni di età», spiega Ignazio Ganga,  e«una riduzione dei requisiti di tutte le prestazioni pensionistiche di 12 mesi per figlio senza penalizzazioni sul calcolo», mentre per quanto riguarda lavori gravosi e usuranti si chiedono semplificazioni della procedura di accertamento dei requisiti, equiparazione delle categorie di lavori gravosi per la pensione anticipata precoci e per l’APE Sociale, particolare attenzione al lavoro notturno, valorizzazione ai fini pensionistici del lavoro di cura.

Anche la Cgil chiede di uniformare le categorie dei lavori gravosi estendendo ai lavoratori precoci l’elenco attualmente previsto per l’APE social. Ghiglione ritiene poi «necessario estendere il riconoscimento ad altri settori e professioni lavorative, rivendendo l’attuale meccanismo di riconoscimento del lavoro notturno».

Ulteriori richieste:«aprire una riflessione sulla misura delle prestazioni, non solo sul diritto, per evitare penalizzazioni economiche sui trattamenti pensionistici», e «criteri che diano risposte alle carriere discontinue e ai bassi salari anche attraverso il riconoscimento del lavoro di cura, in modo da garantire l’accesso senza penalizzazioni, e ripristinare opzione donna con i requisiti previgenti».

Infine, la Uil ha nuovamente chiesto di utilizzare l’elenco dei lavori gravosi come uno degli strumenti per realizzare una flessibilità di accesso alla pensione intorno a 62 anni.

Pensioni in Legge di Bilancio 2024

Sul fronte del Governo, segnaliamo un’indicazione che arriva dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, in vista della Manovra 2024 (ma non portata al tavolo tra Governo e Sindacati). Durigon ha dichiarato a Radio 24 che l’obiettivo è:

riconfermare Quota 103 e Quota 41 con 62 anni e vedere come si può allargare; per quel che riguarda Opzione Donna stiamo cercando di capire come dare un ristoro alle donne.

Conclusioni

Alla fine, il punto resta il seguente: la riforma pensioni vera e propria non si farà quest’anno ed in Manovra ci sarà solo spazio per prorogare le attuali misure di flessibilità in uscita. Sembra più che probabile che la Quota 103 venga confermata anche per il 2024 con le attuali caratteristiche (62 anni di età e 41 anni di contributi), così come l’APE Sociale.

Fra i capitoli più critici, invece, c’è proprio l’Opzione Donna: con la Legge di Bilancio 2023 ha subito un ridimensionamento (ai requisiti anagrafici e contributivi sono stati aggiunti nuovi paletti), che i Sindacati chiedono di togliere, tornando alla vecchia formula (58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi, con ricalcolo interamente contributivo della pensione). Il Governo sembra possibilista ma bisogna sciogliere il nodo risorse.

Le prime certezze si avranno a fine settembre, con la presentazione della NaDEF, la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che conterrà indicazioni sulle risorse disponibili per la Legge di Bilancio 2024.

Nel frattempo, prosegue il tavolo tra Governo e Sindacati sulle pensione: il prossimo appuntamento è fissato per il 18 settembre, sulla previdenza integrativa.