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Calcolo pensione per medici ospedalieri: regole e novità 2024

di Noemi Ricci

Pubblicato 11 Dicembre 2023
Aggiornato 13 Dicembre 2023 07:47

Pensione Medici dirigenti: come si calcola l'assegno dei medici ospedalieri, le differenze tra INPS ed ENPAM in base a ruoli e stipendi e le novità 2024.

In arrivo i correttivi del Governo per salvare le pensioni di vecchiaia dei medici ospedalieri, che a differenza dei Medici di Medicina Generale o dei medici liberi professionisti, sono dipendenti del comparto Sanità e della Pubblica Amministrazione.

La loro retribuzione varia in base a diversi fattori, come gli anni di servizio, l’incarico ricoperto all’interno della struttura e il livello di responsabilità professionale o gestionale. Su questo punto intervengono i coefficienti di rendimento della quota retributiva per coloro i quali hanno la pensione calcolata con sistema misto.

=> Calcola la pensione online

La remunerazione dei medici che lavorano negli ospedali dipende però anche dal CCNL Sanità, ovvero il contratto collettivo nazionale di lavoro che regola i rapporti tra i dipendenti del settore sanitario e la Pubblica Amministrazione. In particolare, per quanto riguarda le pensioni, i medici e gli odontoiatri dipendenti versano una percentuale del reddito da lavoro dipendente all’INPS e una percentuale del reddito da libera professione all’ENPAM.

Vediamo dunque come funziona il calcolo della pensione per i medici ospedalieri, nonché le varie forme di pensione alle quali possono accedere.

I ruoli dei medici ospedalieri

I medici ospedalieri oggi vengono definiti dirigenti medici, designazione che ha eliminato le distinzioni gerarchiche precedenti. Ora le differenze si basano sulla natura delle funzioni e delle responsabilità dell’incarico. La carriera dei dirigenti medici progredisce attraverso incarichi gestionali e professionali con diverse sfaccettature di responsabilità e specializzazioni.

Incarichi Gestionali:

  1. Incarico di direzione di struttura complessa.
  2. Incarico di direzione di struttura semplice a valenza dipartimentale o distrettuale.
  3. Incarico di direzione di struttura semplice all’interno di una struttura complessa.

Incarichi Professionali:

  1. Incarico professionale di altissima professionalità, suddiviso in incarichi a valenza dipartimentale e generale, in base all’ampiezza delle responsabilità.
  2. Incarico professionale di alta specializzazione.
  3. Incarico professionale di consulenza, studio, ricerca, ispezione, verifica e controllo.
  4. Incarico professionale di base assegnato a dirigenti con meno di cinque anni di esperienza che hanno superato il periodo di prova.

Quanti contributi versano i medici ospedalieri?

Per i medici dipendenti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), i contributi passavano un tempo attraverso la Cassa Pensioni Sanitari (CPS) collegata al Ministero del Tesoro, poi l’INPDAP e, infine, l’INPS dal 2011. Oggi, i medici ospedalieri, come contributi versano:

  • all’INPS circa il 33% del reddito da dipendenza;
  • all’ENPAM il 18,5% del loro reddito da libera professione, ma possono optare per una aliquota inferiore del 50% in quanto già assoggettati a prelievo obbligatorio in un altro fondo.

Quando vanno in pensione medici ospedalieri?

È interessante notare la differenza tra il pensionamento dei medici dell’INPS e quello dell’ENPAM. Secondo un’indagine dell’Ordine dei Medici di Latina, la pensione dei medici dell’INPS, come i medici ospedalieri, arriva a meno di 67 anni, mentre quella dell’ENPAM si ritarda di almeno un anno, fino a 68 anni.

La pensione anticipata INPS si ottiene con 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre quella ENPAM richiede un’età minima di 62 anni, almeno 35 anni di contributi e un’anzianità di laurea non inferiore a 30 anni. A qualsiasi età, tuttavia, è possibile richiedere la pensione ENPAM con 42 anni di contributi. Ma per chi sceglie di andare in pensione prima di raggiungere l’età di vecchiaia, l’assegno pensionistico ENPAM subisce una riduzione proporzionale all’età del pensionato. In altre parole, ci sarà una penalizzazione parziale dell’assegno.

Gli appartenenti al sistema sanitario e i dirigenti medici hanno ancora la possibilità di andare in pensione prima rispetto ad altre professioni come quella degli avvocati o dei notai. La riforma pensionistica per i medici ospedalieri permette loro di lavorare oltre l’età pensionabile. Infatti, i medici ospedalieri possono rimanere in servizio fino ai 70 anni, o fino a quando hanno raggiunto i 40 anni di lavoro.

La Manovra 2023 ha tuttavia innalzato il limite di età per il pensionamento del personale medico dipendente o convenzionato con il SSN a 72 anni su base volontaria fino al 2026, al fine di contrastare le carenze di personale.

=> Pensioni a rischio: senza una riforma, slittano a 74 anni

Opzioni di pensioni per i medici ospedalieri

Nel 2023, ci sono diverse opzioni di pensionamento per i medici ospedalieri, ovvero i medici dipendenti iscritti all’INPS:

  • pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini, 41 anni e 10 mesi per donne, indipendentemente dall’età.Va precisato che bisogna aspettare un periodo di “finestra” di attesa di tre mesi per l’effettiva decorrenza della pensione dopo il raggiungimento dei requisiti;
  • pensione di vecchiaia: 67 anni con almeno 20 anni di contribuzione;
  • Quota 103, è una nuova opzione per chi è nato entro il 31 dicembre 1961 e ha accumulato 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. I due requisiti devono essere raggiunti contemporaneamente. Per l’uscita effettiva bisogna attendere una finestra mobile di sei mesi per gli ospedalieri (tre mesi nel settore privato). Il tetto al trattamento pensionistico erogabile, pari a cinque volte il trattamento minimo INPS, ovvero a circa € 2.818 mensili lordi,è applicabile fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia;
  • pensione di anzianità contributiva: è un’opzione per medici e odontoiatri dipendenti che hanno iniziato a contribuire dal 1° gennaio 1996 in poi. Il pensionamento è possibile a 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi, con un importo non inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale.

Queste opzioni riflettono i requisiti e le condizioni generali per il pensionamento dei medici ospedalieri nel 2023.

Cumulo tra INPS ed ENPAM

I medici ospedalieri hanno la possibilità di sommare i periodi contributivi di entrambe le gestioni. La Quota A dell’ENPAM (contributo minimo obbligatorio) può contribuire al requisito della pensione anticipata.Aggiungendo il riscatto degli anni di laurea, si può ottenere la pensione a un’età più giovane, superando i limiti della Legge Fornero.

Calcolo della pensione dei medici ospedalieri

Il calcolo della pensione per i medici ospedalieri dipende dal sistema pensionistico a cui sono iscritti. In generale, la pensione si basa sulla contribuzione effettuata durante la carriera lavorativa e sulla formula di calcolo prevista dal sistema pensionistico di appartenenza.

I medici ospedalieri appartengono al sistema pensionistico pubblico. Esistono due sistemi di calcolo:

  • il retributivo, che si basa sull’ultimo stipendio percepito;
  • il contributivo, che si basa su tutti i contributi versati durante la vita lavorativa.

Il sistema di calcolo dipende dall’anno di inizio dell’attività lavorativa, ovvero in base all’anzianità maturata al 31 dicembre 1995:

  • a chi all’epoca poteva contare su almeno 18 anni di contribuzione si applica il tradizionale criterio retributivo, limitato all’anzianità acquisita sino al 31 dicembre del 2011;
  • per chi aveva meno di 18 anni di contributi, si applica il sistema misto: retributivo per l’anzianità maturata sino al 1995 e contributivo per i periodi di attività successivi;
  • per i nuovi assunti dal primo gennaio 1996, si applica invece il solo criterio contributivo.

=> Calcolo pensione con sistema retributivo, contributivo o misto

Quanto guadagna un medico ospedaliero?

Per effettuare simulazioni su quella che sarà la pensione futura, molti ci chiedono quale sia il guadagno medio di un medico ospedaliero nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La retribuzione dei medici dirigenti si aggira intorno a 75.000 euro lordi annui con contratto di esclusività. Per i neoassunti, lo stipendio base e l’indennità di esclusività equivalgono a circa 49.000 euro lordi l’anno.

Oltre allo stipendio base, bisogna però considerare anche le diverse componenti compongono la retribuzione, compresa l’incarico ricoperto dal medico. Il contratto nazionale stabilisce la base, mentre elementi migliorativi possono derivare da contrattazioni di secondo livello con aziende ospedaliere specifiche.

Taglio pensioni mediche in Manovra 2024: i correttivi

Come noto, il disegno di legge della Manovra 2024 ha previsto una nuova tabella di coefficienti di rendimento della quota retributiva della pensione dei medici ospedalieri che riduce l’importo della pensione per chi ha meno di 15 anni di contributi versati prima del 1995.

Dopo le proteste sollevatesi nel settore Sanità, il Governo ha deciso di salvare le pensioni di vecchiaia maturate entro il 2023 e di prevedere un ulteriore meccanismo di tutela per il personale sanitario, inserito in un emendamento alla Legge di Bilancio 2024. Tuttavia, per le pensioni anticipate è previsto comunque il taglio, che però diminuirà man mano che si ridurranno gli anni di anticipo chiesti.

Per medici e infermieri ospedalieri, enti locali, maestri d’asilo ed elementari parificate, personale degli uffici giudiziari non è più previsto il taglio per chi va in pensione di vecchiaia (67 anni) ma rimane per le pensioni anticipate e si introduce una Quota 46 solo per medici e infermieri se ritardano il pensionamento fino a 36 anni (con apposita deroga inserita in Manovra). Il taglio viene infatti ridotto di un trentaseiesimo per ogni mese di lavoro in più, azzerandosi così se si va in pensione con 3 anni di ritardo. Si allungano però le finestre mobili, che dai 3 mesi attuali arrivano gradualmente a 9 mesi dal 2028.