La riforma del Reddito di Cittadinanza, ormai in piena fase operativa, comporta tre diverse situazioni per coloro che percepivano il RDC:
- interruzione definitiva del sussidio,
- sospensione temporanea con possibilità di ripristino entro ottobre con il riconoscimento degli arretrati,
- proseguimento dell’assegno fino al 31 dicembre 2023.
Per ognuna di queste casistiche sono previste altrettante forme di sostegno, che a regime diventano il Supporto per la formazione e il lavoro (SFL) e l’Assegno di Inclusione (AdI).
Facciamo un po’ d’ordine fra le diverse ipotesi per capire esattamente a quale platea di riferiscono i nuovi ammortizzatori sociali e come funzionano.
Stop RDC: cosa cambia per occupabili e non
La sospensione del Reddito di Cittadinanza a partire dal 31 luglio riguarda 159mila nuclei familiari, che hanno esaurito le sette mensilità massime previste per il 2023. Secondo il Ministro del Lavoro Marina Calderone:
Con riferimento ai 159mila nuclei, 112mila nuclei sono attivabili sul Patto per il lavoro e il 35% di questi mi risulta iscritto a una delle misure di politica attiva previste e quindi godrà del beneficio SFL dal primo di settembre.
A questi, si aggiungeranno altre 88mila famiglie in attesa di ripristino con la presa in carico da parte dei servizi sociali.
Per chi non si trova in condizione di fragilità sociale è definitivamente decaduto il diritto al RDC. La manovra di Bilancio, che ha impostato la riforma portata a termine dal decreto 48/2023, ha previsto che nel 2023, per le persone fra i 18 e i 59 anni senza impedimenti al lavoro, non ci sia più il diritto al RDC. La ratio è quella di sostituire il sussidio con un nuovo strumento che non dipende più solo da una situazione di disagio economico ma anche da una condizione di oggettivo impedimento al lavoro.
Il nuovo ammortizzatore sociale che debutterà nel 2024, l’Assegno di Inclusione, non spetta più ai disoccupati (a meno che nel nucleo familiare non ci siano minori, persone con almeno 60 anni, o persone con disabilità), che invece sono indirizzati allo Strumento di formazione e lavoro (peraltro compatibile con l’AdI, essendo assegnato alla persona e non all’intero nucleo).
Disoccupati: da RDC a Supporto formazione e lavoro
I fuoriusciti dal RDC in condizione di poter lavorare hanno diritto a un nuovo strumento finalizzato all’inclusione lavorativa, il Supporto alla formazione e lavoro (SFL) con avvio da settembre.
Per chi si impegna nella partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, accompagnamento al lavoro, politiche attive, prevede un’indennità mensile di 350 euro, per una durata massima di 12 mesi.
La domanda si presenta attraverso la piattaforma SIISL e parte nel momento in cui avviene l’inserimento in un percorso di formazione. Il Governo sta pensando di riconosce l’indennità dopo la sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (che è uno step immediatamente successivo alla presentazione della domanda) senza dover attendere l’avvio della formazione, così da non dover lasciare troppi mesi senza sussidio la platea dei potenziali beneficiari.
RDC sospeso in attesa dei servizi sociali
Ci sono nuclei ai quali il Reddito di Cittadinanza è stato solo sospeso in attesa della presa in carico da parte dei servizi sociali. Si tratta di persone in condizione di grave disagio sociali e non attivabili al lavoro. Quando avviene la presa in carico, l’INPS riprende a versare il RdC e riconosce anche le mensilità arretrate. Esempio: RDC sospeso il 31 luglio, presa in carico a settembre, ripristino RDC da ottobre a dicembre con arretrati di agosto e settembre, Assegno di Inclusione dal 1° gennaio 2024.
Il problema è che i servizi sociali per la presa in carico hanno tempo fino al 31 ottobre. Quindi, ci sono famiglie che, nell’attesa, restano senza ammortizzatore per tre mesi.
RDC fino al 31 dicembre 2023
Ci sono infine coloro che non hanno subito alcuna sospensione perché hanno diritto a percepire il RDC fino al 31 dicembre. Oltre ai nuclei già presi in carico dai servizi sociali, questa platea comprende i nuclei in cui ci sono minorenni, persone disabili oppure con almeno 60 anni di età.
In questo caso, il RDC prosegue senza interruzioni fino al prossimo 31 dicembre e, dal 1° gennaio 2024, è sostituito dall’Assegno di Inclusione.
Cosa fare nel periodo transitorio
- Percettori di RDC fra i 18 e i 59 anni: se sono stati sospesi dall’RDC devono rivolgersi ai Centri per l’Impiego e da settembre possono chiedere il Supporto formazione e lavoro.
- Percettori di RDC con almeno 60 anni oppure in nuclei con minori, ultrasessantenni o disabili: per loro il RDC prosegue fino al 31 dicembre 2023 e dal 2024 hanno il diritto all’AdI.
- Percettori di RDC in condizioni di grave disagio presi in carico dai servizi sociali: hanno diritto al RDC fino al 31 dicembre 2023 e all’ADI dal 2024 ma se non è ancora avvenuta la presa in carico e dopo sette mesi di RDC nel 2023 hanno subito la sospensione della prestazione viene sospesa, devono attendere la procedura che porta al ripristino del sussidio con diritto al conguaglio.