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Riforma Pensioni: Quota 41 per tutti, incentiva il lavoro giovanile

di Teresa Barone

29 Giugno 2023 08:34

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Riforma Pensioni: i costi della Quota 41 per tutti potrebbero essere compensati da incentivi all’ingresso di giovani nel mercato del lavoro: il parere UGL.

L’estensione della Quota 41 ad una platea più ampia di lavoratori rispetto ai soli precoci potrebbe rappresentare un potente incentivo per favorire il mercato del lavoro, agevolando l’ingresso dei giovani: invocata dai sindacati e idealmente cara ad alcune forze di Governo (a partire dal Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon), è una formula costosa ma che potrebbe concretamente “svecchiare” l’attuale mercato del lavoro.

A pensarla così è Paolo Capone, Segretario UGL, intervenuto al Congresso Federazione Nazionale Pensionati dell’Unione Generale del Lavoro, esprimendosi nell’ambito del dibattito sulla Riforma Pensioni che il Governo Meloni sta preparando confrontandosi con le parte sociali.

Quota 41 estesa come staffetta generazionale

Secondo Capone, una nuova versione dell’attuale Quota 41 – lasciando a 41 anni di versamenti il requisito contributivo senza prevedere soglie di ingresso, dunque a prescindere dall’età – pur costando molto in termini di risorse per l’Erario avrebbe come ritorno una reale spinta alla flessibilità in uscita con un conseguente ricambio generazionale.

Ancor più se fosse accompagnata dall’attivazione di incentivi per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Insomma, un po’ come era stato negli anno scorsi per la Quota 100, ma stavolta ancorando il ricorso alla misura a strumenti di ingresso agevolato nel mondo del lavoro di soggetti giovani e qualificati.

I limiti della Riforma Pensioni Fornero

È sempre Capone a puntare il dito contro la riforma Fornero e le conseguenze negative che ha prodotto dal punto di vista occupazionale, creando dei nodi mai davvero sciolti:

La Fornero ha avuto un impatto negativo, in quanto rappresenta una riforma sbagliata che ha ingessato il mercato del lavoro e ha contribuito alla crescita esponenziale della disoccupazione giovanile.

Inoltre, la crescita delle pensioni assistenziali ha creato una discrepanza nel sistema previdenziale, penalizzando le pensioni contributive.

Salvaguardare i diritti già acquisiti dai lavoratori, invece, rappresenta il presupposto essenziale per garantire la coesione e la stabilità sociale.