Il tavolo sulla riforma pensioni tenutosi il 26 giugno tra il Ministro del Lavoro Marina Calderone e i sindacati non sembra essere andato molto al di là dell’impostazione generale dei lavori. Analogo discorso per le misure previdenziali da inserire nella Legge di Bilancio 2024.
Non sono però mancate alcune anticipazioni sulle intenzioni di Governo, che pure hanno lasciato piuttosto insoddisfatti le parti sociali incontrate. Vediamo in dettaglio cosa è emerso dall’incontro odierno.
Vertice su Riforma Pensioni: la reazione dei sindacati
Per CGIL e UIL, pur con diverse sfumature, la reazione al vertice è unanime: non sono stati fatti passi avanti. Il segretario CGIL, Maurizio Landini ha definito il confronto “negativo” e “totalmente inutile”, il numero uno della UIL, Pierpaolo Bombardieri è meno drastico ma rileva comunque l’assenza di «una risposta concreta su alcun tema».
Meno drastico Luigi Sbarra, segretario CISL, che ha apprezzato «la volontà del governo di definire nelle prossime ore un cronoprogramma che entri, con specifici incontri tecnici, nelle principali questioni di merito».
Misure previdenziali in Manovra 2024
Per quanto riguarda le misure da inserire nella prossima manovra economica, divergono le richieste sindacali dalle proposte di Governo.
Le posizioni di Governo sulle pensioni
In base a quanto si apprende, da parte del Governo sono stati messi sul tavolo un nuovo semestre di silenzio assenso per la destinazione del TFR ai fondi pensione, la proroga dell’APE Sociale (anche prevedendo un allargamento della platea) e un nuovo strumento unico di incentivo all’esodo che vada nel senso della staffetta generazionale, con condizioni agevolate per le PMI.
Nessuna novità, invece, su Opziona Donna, almeno in base a quanto riferito da Bombardieri.
Le richieste dei sindacati
Sbarra insiste sui seguenti temi: «ripristino dei precedenti requisiti per Opzione Donna, maggiore flessibilità in uscita, estensione della platea dei lavori gravosi e usuranti». L’APE Sociale – secondo i sindacati – dovrebbe non essere semplicemente prorogato ma diventare strutturale.
Sempre in vista della Manovra, in particolare, la CISL chiede maggior sostegno alla previdenza complementare, l’allargamento della quattordicesima mensilità a una platea più ampia, la perequazione degli assegni all’inflazione e la detassazione delle tredicesime.
Sul lungo periodo, invece, si chiedono pensioni di garanzia per giovani, incentivi e sconti contributivi per le lavoratrici, in particolare alle donne con figli, e la separazione della spesa assistenziale da quella previdenziale.
I prossimi passi
L’unica certezza, al momento, è che comunque il confronto prosegue, nel senso che il tavolo resta aperto. Bisogna capire se e in che modo le parti troveranno un terreno comune per mettere a punto misure condivise.
Il nodo di fondo è noto: da una parte bisogna prevedere proroghe o nuove misure di flessibilità in uscita da far entrare in vigore il 1° gennaio del 2024 per impedire il cosiddetto scalone dei requisiti anagrafici per la pensione anticipata, che comporterebbe un improvviso innalzamento tra le attuali formule agevolate (Opzione Donna, Quota 103 e APE Sociale in scadenza a fine anno) rispetto alle regole ordinarie previste dalla Legge Fornero, dall’altra impostare una Riforma Pensioni in agenda da anni e mai attuata.