Il metodo di calcolo per il nuovo Assegno di Inclusione è assimilabile a quello del Reddito di Cittadinanza ma con una serie di eccezioni e la modifica della scala di equivalenza: la conseguente differenze si concretizza in una diversificazion della platea dei beneficiari, oltre che nei nuovi obblighi per chi è in età da lavoro e la durata dell’ammortizzatore sociale.
Vediamo un confronto fra le due misure con l’aiuto del Rapporto 2023 sulle Politiche di Bilancio dell’Ufficio Parlamentare UPB.
Assegno di Inclusione con diversa platea
L’AdI (Assegno d’Inclusione) prenderà il posto del RdC dal primo gennaio 2024. Le regole sono contenute nel Decreto Lavoro (DL 48/2023) Contrariamente al vecchio sussidio, non spetterà a chi è disoccupato ma occupabile e neppure a chi non ha nel proprio nucleo familiare minorenni, anziani e persone con disabilità.
Requisiti di residenza meno stringenti
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio calcola 740mila aventi diritto, di cui circa 690mila già titolari di RdC e 50mila nuovi beneficiari: questi ultimi sono stranieri, rientrati nella platea grazie all’allentamento del vincolo di residenza in Italia, abbassato a 5 anni dai precedenti 10 e associato al requisito della cittadinanza italiana o di un altro stato UE oppure del permesso di soggiorno di lunga durata.
AdI: stesso importo RdC ma durata maggiore
L’importo del sussidio resta a 780 euro (500 di base più eventuali 280 euro di integrazione per l’affitto, oppure 630 di base più 150 per l’affitto per gli ultra67enni) e i requisiti di base (residenza in Italia, ISEE, patrimonio) sono analoghi a quelli del RdC. Cambia invece la durata: 18 mesi, prorogabili di ulteriori 12.
Patto Digitale più stringente
Il Patto per il Lavoro diventa Patto di Attivazione Digitale e prevede sempre il coinvolgimento dei Centri per l’Impiego ma sono più rigide le regole sulla decadenza:
- il beneficiario AdI tra 18 e 59 anni ha l’obbligo di accettare la prima offerta di lavoro a tempo pieno o parziale (con orario pari almeno al 60%) e retribuzione non inferiore ai minimi salariali;
- l’offerta a tempo indeterminato può essere su tutto il territorio nazionale e va accettata entro 80 km dal domicilio.
Requisiti di reddito per l’Assegno di Inclusione
Il requisito di reddito dell’Assegno di Inclusione è il seguente:
- ISEE fino a 9.360 euro e reddito familiare non superiore a 6mila euro moltiplicato per la nuova scala di equivalenza;
- oppure 7.560 euro per nuclei composti da persone oltre i 67 enni o in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.
Scala di equivalenza AdI
La scala di equivalenza prevede un coefficiente pari a 1, a cui si aggiungono delle componenti per determinate tipologie nei seguenti casi:
- 0,4 per familiari con carichi di cura,
- 0,5 per ultra60enni, persone con disabilità, o soggetti con invalidità civile temporanea,
- 0,15 per ogni minorenne (fino a un massimo di due),
- 0,10 per ogni minorenne oltre il secondo.
Il totale non può superare 2,2, elevato a 2,3 in presenza di persone con disabilità grave.
La scala di equivalenza del Rdc prevedeva invece un incremento di 0,4 per ogni maggiorenne e 0,2 per ogni minorenne. Il tetto era sempre 2,2 e poteva arrivare a 2,3 in presenza di persone con disabilità.
Requisiti patrimoniali per l’AdI
- Patrimonio immobiliare fino a 30mila euro, esclusa la prima casa che comunque ai fini IMU non può valere più di 150mila euro;
- patrimonio mobiliare fino a 6mila euro, più 2mila euro per ogni componente successivo al primo fino a un massimo di 10mila euro.
Ulteriori incrementi di mille euro per ogni minorenne successivo al secondo, 5mila euro per ogni componente con disabilità, 7mila 500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza. Ci sono poi regole specifiche sui beni di lusso (auto e moto di grossa cilindrata, imbarcazioni).
Esempio di calcolo per l’Assegno di Inclusione
Con soli figli maggiorenni l’Assegno di Inclusione non spetta mai, anche se uno dei due genitori è senza lavoro, a meno che non siano presenti in famiglia anziani o persone con disabilità.
Alle coppie con un figlio fino a 2 anni spettano 9.300 euro all’anno di Assegno contro i 9.600 del RdC: per i componenti adulti non cambia nulla mentre per il minore l’assegno scende da 1.200 a 900 euro. Tenendo conto anche dell’Assegno Unico, però, la stessa famiglia prenderà quasi mille euro in più.
Con due figli minori (dai 3 ai 17 anni) era invece più conveniente il RdC, perchè il carico di cura per il secondo genitore è previsto solo se i figli hanno fino a due anni, e c’è sempre la minor aliquota per i figli minori della scala di equivalenza. La differenza è una penalizzazione di 600 euro.
Se però in questa famiglia c’è anche un terzo figlio, con meno di due anni, torna favorevole grazie alla cumulabilità con l’Assegno di Inclusione
In presenza di figli con disabilità, la nuova scala di equivalenza fa la differenza. Nei grafici, due esempi:
Stesso discorso per i nuclei composti da anziani sopra i 67 anni: o non cambia nulla o conviene il nuovo ammortizzatore.