Gli interventi in materia previdenziale da inserire nella Legge di Bilancio 2024 e l’impostazione della prossima riforma pensioni sono i temi al centro del confronto tra Governo e Sindacati in programma in 26 giugno.
Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha convocato i sindacati per discutere di pensioni, presso la sede del ministero.
La convocazione segna la ripresa di un tavolo che negli ultimi anni ha funzionato a singhiozzo, senza mai riuscire ad arrivare a risultati che andassero al di là delle proroghe degli strumenti di flessibilità in uscita.
Misure pensionistiche in Manovra 2024
E’ improbabile che entro fine anno si riesca a imbastire una vera riforma del sistema previdenziale, di conseguenza bisogna affrontare il tema della pensione anticipata senza scaloni nel breve periodo, visto che Opzione Donna, APE Sociale e Quota 103 scadono il 31 dicembre. I Sindacati chiedono di estendere la flessibilità in uscita senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni e con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
Stessa data di scadenza per strumenti cruciali come il contratto di espansione e l’isopensione. Su questo punto, i Sindacati chiedono che siano prorogati e coordinati con misure che incentivino e favoriscano il ricambio generazionale.
Sullo sfondo, la richiesta di ampliamento della platea dei lavori gravosi (già previsto per l’accesso all’APE Sociale) alla pensione precoci.
Quota 103 con possibile proroga
Come procedere adesso? Proroga senza modifiche? Rimodulazione? Nuova formula di flessibilità in uscita alternativa ai requisiti Fornero? Il problema fondamentale sono le coperture: bisogna trovare una soluzione che consenta il forme di pensionamento in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni, senza appesantire eccessivamente i conti pubblici.
In base alle anticipazioni e al dibattito di questi ultimi mesi, l’ipotesi più probabile vede una rivisitazione della Quota 103, che oggi permette di andare in pensione a 64 anni con 41 anni di contributi.
Opzione Donna all’angolo
Altro elemento centrale, l’Opzione Donna. Questa forma di pensione anticipata riservata alle lavoratrici con 35 anni di contributi e 60 anni entro il 31 dicembre 2022 (con una riduzione di un anno per ogni figlio fino a uno sconto di due) è stata al centro di una stretta, limitandosi a categorie precise di aventi diritto: caregiver familiari, disabili al 74%, licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto. Il ritorno alle precedenti regole si scontra con il consueto nodo risorse. Più probabile un tramonto della misura.
Altre misure di Riforma Pensioni
Sul tavolo, infine, ci sono anche altri temi: forme di staffetta generazionale che consentano il prepensionamento a fronte dell’assunzione di giovani; potenziamento della previdenza complementare che sul lungo periodo può contribuire a risolvere il problema delle future pensioni dei giovani con carriere discontinue; nuove forme di silenzio assenso che incentivino l’accantonamento del TFR nei fondi pensione integrativi.
Sullo sfondo, il nodo della rivalutazione pensioni 2024 in vista, che a fronte di un’inflazione alta che comporta un aumento automatico della spesa previdenziale per l’anno prossimo.