Resta la stretta sull’Opzione Donna prevista dalla Legge di Bilancio 2023 e attualmente in vigore, vengono respinte alla Camera le mozioni delle opposizioni che ne chiedevano il ripristino nella vecchia versione. E’ invece stata approvata una mozione di maggioranza che impegna il Governo «a specifiche iniziative per contrastare il divario pensionistico di genere».
Si tratta comunque di mozioni parlamentari, atti che rappresentano semplici richieste del Parlamento al Governo e non mi impegni vincolanti né di norme destinate ufficialmente ad entrare in vigore.
Il Governo boccia il ritorno alle vecchie regole
L’assemblea di Montecitorio ha discusso le diverse mozioni all’inizio di questa settimana, ma sono state tutte respinte. Il Pd e il Movimento 5 Stelle chiedevano il ritorno alle regole 2022 di questa forma di pensione anticipata: 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi. L’attuale requisito per Opzione Donna, invece, prevede 60 anni di età (con sconti di un anno per ogni figlio fino al massimo di 58 anni) e l’appartenenza a una delle seguenti tre categorie: licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il ministero, lavoratrici con disabilità pari o oltre il 74% o che assistono, da almeno sei mesi, persone disabili conviventi, con handicap in situazione di gravità ex legge 104/1992.
La mozione di maggioranza
Il testo della maggioranza presentato e approvato impegna il Governo nella riduzione del divario di genere pensionistico, «attestato dai dati sull’andamento delle pensioni erogate dall’INPS», individuando, «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, nell’ambito delle riforme del sistema pensionistico forme di flessibilità di accesso per le donne al trattamento pensionistico e/o di anticipo pensionistico» e «a studiare formule innovative per integrare le prestazioni lavorative con i tempi di vita e di cura».
Verso la Riforma Pensioni
La definizione della riforma delle pensioni, in agenda da diversi anni, non sembra tuttavia imminente. Il banco di prova saranno i conti pubblici, per la precisione la NaDEF (Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza) d’autunno, in base alla quale verrà messa a punto la prossima Legge di Bilancio. Che potrebbe contenere la riforma dlele pensioni o, in alternativa, la proroga degli attuali strumenti di flessibilità in uscita, fra cui anche l’Opzione Donna. Ma, come si vede, i tempi non sono brevissimi, e prevedibilmente il dibattito proseguirà nei prossimi mesi.