Le prestazioni INPS che hanno subito un’estensione grazie al Decreto Milleproroghe 2023 non sono soltanto l’isopensione e lo smart working per i fragili: ci sono anche altre novità che coinvolgono particolari categorie lavoratori (Fondo Sport e Spettacolo) o specifiche gestioni (come i dipendenti pubblici).
Per fare il punto, l’Istituto di Previdenza ha redatto un’apposita Guida. Vediamo una rapida sintesi dei suoi contenuti.
Misure per il lavoro
Fra le altre del Milleproroghe che riguardano le prestazioni INPS, segnaliamo le seguenti prestazioni e novità.
Fino al 30 giugno 2023 accesso allo smart working ai lavoratori del settore privato con figli minori di 14 anni e per i lavoratori fragili: questi ultimi hanno diritto a svolgere la prestazione in modalità agile, anche attraverso l’assegnazione a diversa mansione nell’ambito della stessa categoria o area di inquadramento contrattuale, e senza alcuna decurtazione della retribuzione. I genitori lavoratori dipendenti del privato con un figlio minore di 14 anni hanno diritto allo smart working se nel nucleo familiare non ci sia l’altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito per sospensione o cessazione dell’attività lavorativa oppure che non sia senza lavoro.
Fino al 30 giugno 2025 è prorogata la normativa in materia di missioni a tempo determinato dei lavoratori in somministrazione, che consente tali missioni anche per periodi superiori a 24 mesi. Rinviata la norma transitoria che disciplina la durata complessiva di queste prestazioni presso un soggetto utilizzatore. Si prevede che l’utilizzatore possa inviare in missione, per periodi superiori a 24 mesi anche non continuativi, il medesimo lavoratore somministrato assunto a tempo indeterminato dall’Agenzia di somministrazione, senza che ciò determini in capo all’utilizzatore la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il lavoratore somministrato.
Fino al 31 dicembre 2023, per le assunzioni di immigrati extra-UE, la verifica dei requisiti di ingresso in Italia per motivi di lavoro è affidata in via esclusiva a professionisti iscritti negli albi dei consulenti del lavoro o degli avvocati e procuratori legali, o ancora dei dottori commercialisti o dei ragionieri e periti commerciali, così come alle organizzazioni sindacali datoriali più rappresentative sul piano nazionale a cui il datore di lavoro aderisce o conferisce mandato.
Proroghe al 31 dicembre 2023, infine, anche per una serie di termini legati a obblighi contributivi: regolarizzazione degli obblighi contributivi dei dipendenti pubblici, dichiarazioni e adempimenti per la Gestione Separata INPS. In particolare:
- regolarizzazione obblighi contributivi (di cui all’art. 3, comma 10-bis, della l. 335/1995), per le gestioni previdenziali esclusive e per i fondi per i trattamenti di previdenza, i trattamenti di fine rapporto e i trattamenti di fine servizio amministrati dall’INPS e a cui sono iscritti i dipendenti delle PP.AA., con sospensione dei termini di prescrizione fino al 31 dicembre 2018;
- contribuzione alla Gestione separata per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e figure assimilate instaurati dalle PP.AA. (dottorati di ricerca, componenti di commissione e collegi, di cui all’art. 3, comma 10-ter, l. 335/1995).
Misure per il Pubblico Impiego
Per quanto riguarda il lavoro pubblico, ci sono proroghe divise in tre step temporali:
- fino a marzo 2023: adozione dei Piani delle pubbliche amministrazioni (PIAO e PTPC) e inquadramento di personale non dirigenziale;
- fino a giugno 2023: smart working per lavoratori fragili (platea limitata ai soggetti con le patologie in tabella);
- fino a dicembre 2023: proroga dell’operatività del Fondo Nuove Competenze (formazione incentivata durante l’orario di lavoro) e per gli assegni di ricerca universitari (conferibili al posto di contratti a termine).
Misure per l’esodo pensione
Fra le misure proroghe più rilevanti c’è infine quella relativa all’isopensione. Il Milleproroghe ha esteso al 2026 la possibilità, per i datori di lavoro con più di 15 dipendenti interessati da eccedenze di personale, di concordare una prestazione di accompagnamento a pensione qualora tali esuberi raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei sette anni successivi alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, in luogo dei quattro anni previsti a regime.
La cosiddetta isopensione è infatti una forma di incentivo all’esodo pagata dall’azienda, che in via ordinaria è prevista quando mancano 4 anni ai requisiti Fornero (di vecchiaia o anticipata) ma che invece, almeno fino al 2026, resta ancora utilizzabile fino a 7 anni prima.
Bisogna stipulare accordi con le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani. Il datore di lavoro si impegna a corrispondere una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alleregole vigenti, a condizione che i lavoratori interessati dall’esodo raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei sette anni successivi alla cessazione dal rapporto di lavoro.