L’isopensione, ossia lo scivolo pensionistico che permette di lasciare il mondo del lavoro fino a 7 anni di anticipo, anche per quest’anno permette alle aziende medio-grandi di utilizzarlo per offrire un incentivo all’esodo (accompagnamento alla pensione) per il personale in esubero.
I datori di lavoro con più di 15 dipendenti ed eccedenza di personale possono infatti stipulare questi accordi con le organizzazioni sindacali, prevedendo un incentivo all’esodo dei lavoratori più anziani vicini al raggiungimento dei requisiti Fornero per il trattamento di vecchiaia o per quello anticipato ordinario (fino al 2026, al massimo entro 7 anni invece degli ordinari 4 anni).
Isopensione: come funziona
Misura sperimentale introdotta nel 2018 dalla Legge Fornero, confermata fino al 2023 dalla Manovra 2021 e prorogata fino al 2026 dal Milleproroghe, l’isopensione è uno strumento che permette di accedere ad una sorta di pensione anticipata, pagata dall’azienda con esuberi da gestire.
È infatti il datore di lavoro a versare all’INPS le somme per coprire l’assegno sostitutivo della pensione (erogato subito al lavoratore), insieme alla contribuzione figurativa (accantonata per la pensione).
In pratica, l’azienda anticipa al lavoratore la pensione maturata fino al momento dell’esodo fino alla maturazione dei requisiti per un diritto autonomo a pensione ordinaria.
Per quanto riguarda i requisiti, lo strumento è applicabile per quei dipendenti che matureranno i requisiti minimi contributivi e anagrafici per la pensione di vecchiaia o anticipata entro 7 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro concordata.
I lavoratori, in sintesi, possono sfruttare lo scivolo dell’isopensione per andare in pensione con 7 anni di anticipo rispetto a quanto avverrebbe normalmente, sempre che entro sette anni possano poi vantare 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, oppure 41 anni e 10 mesi per le donne (in entrambi casi con finestra mobile di 3 mesi) o la pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi.
Se quindi entro 7 anni prevedono di maturare il requisito ordinario per la pensione Fornero di vecchiaia o per quella di anzianità, allora possono sfruttare lo scivolo.
=> In pensione con incentivi all'esodo: guida INPS per datori di lavoro
Finora questa misura non si è rivelata molto richiesta essendo a carico dell’azienda, ma permette comunque di concordare una gestione degli esuberi con un costo più limitato rispetto ad una ordinaria prosecuzione del rapporto di lavoro, con vantaggio per il lavoratore di poter uscire prima dal mondo del lavoro. Di fatto, è l’unica alternativa possibile per fruire di uno scivolo pensione, visto che quello che era destinato alle PMI non è mai partito.
Le alternative possibili
Per i lavoratori coinvolti in un piano di staffetta generazionale, esiste anche la possibilità di pensione anticipata tre anni prima rispetto ai requisiti Fornero, nell’ambito di un Fondo di solidarietà bilaterale e a fronte dell’assunzione di giovani fino a 35 anni, per almeno 36 mesi e con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, nel rispetto dei limiti anagrafici.
Ai lavoratori a cui mancano al massimo 36 mesi dalla pensione di vecchiaia o anticipata, dunque, è possibile applicare un programma di staffetta generazionale che, in base ad accordo consensuale siglato tramite sindacati o rappresentanti collettivi, si sceglie di applicare una riduzione dell’orario di lavoro per consentire la contemporanea assunzioni di giovani.
In caso di attivazione, bisogna seguire specifiche regole per siglare l’accordo collettivo e prevedere il finanziamento del trattamento di accompagnamento a pensione a carico del datore di lavoro.