La nuova misura destinata a sostituire e modificare il Reddito di Cittadinanza non sarà destinata ai soggetti occupabili, che saranno beneficiari di altre misure di sostegno e supporto all’occupazione.
Le anticipazioni del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, rilasciate nel corso di un’intervista ha precisato alcune caratteristiche della Misura di Inclusione Attiva che il Governo Meloni si appresta a varare, sono state analizzate dall’Irpet, che ha voluto provare a quantificare platea e importi.
L’impianto della riforma
La vecchia logica non c’è più ma la nuova non vuole essere punitiva, permettendo alle famiglie in difficoltà di ricevere un sostegno più alto dell’attuale.
L’occupabile non avrà un sussidio, ma una politica attiva definita anche da un’indennità di partecipazione.
Per quanto riguarda la platea dei destinatari della nuova misura, è sempre Marina Calderone a sottolineare come sia difficile da quantificare allo stato attuale, soprattutto tenendo conto delle risorse spese nell’arco di tre anni.
Difficile quantificare la platea ora. Non è statica, se lo fosse ricadremmo in una logica di assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi in tre anni, senza diminuire la povertà né aumentare l’occupazione.
Chi è in grado lavorare, secondo la Ministra, deve essere messo in condizione di farlo anche al fine di uscire dalla misura il più presto possibile.
Le stime su platea e importi
Ad oggi, i nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza sono 1,16 milioni pari ad un totale di 2,5 milioni di persone coinvolte.
La proiezione Irpet riguarda la platea Toscana ma offre un metro di paragone utile a comprendere le potenziali ripercussioni delle novità in arrivo, almeno nella misura in cui saranno attuate secondo le anticipazioni.
Il Mia, stando alle prime ipotesi, non modificherebbe tanto la dimensione della platea dei beneficiari quanto la sua composizione a sfavore dei nuclei occupabili (intorno al 35%), con taglio mensile medio di 129 euro e di circa 1.880 euro complessivi in meno durante tutto l’arco di fruizione della MIA. Di contro, entrano. nella platea dei beneficiari più nuclei stranieri (per l’abbassamento del requisito di residenza da 0 a 5 anni).
Ben poco, invece, cambia per quanto riguarda la stipula di Patti di servizio ed il coinvolgimento dei Centri per l’impiego. Stesso discorso per le prestazioni di inclusione attiva (formazione e selezione delle richieste di lavoro) per chi è occupabile o necessità di inclusione sociale (tramite corsi di alfabetizzazione).
La vera novità, forse la più preoccupante, è la distinzione a monte tra occupabili e non occupabili sulla sola base della presenza nel nucleo familiare di soggetti minorenni o di persone con più di 60 anni.