Su Opzione Donna, il Ministero del Lavoro ha effettuato delle stime sui costi, già sottoposte al Ministero dell’Economia, per eliminare il criterio dei figli per ridurre il requisito anagrafico rispetto agli attuali 60 anni.
Lo ha annunciato il Ministro Marina Calderone, a margine della cerimonia al Quirinale sull’8 marzo.
Se si trovassero le coperture, vorrebbe dire estendere l’attuale platea di appena 2.900 potenziali beneficiarie ad almeno 13.200 lavoratrici, pur mantenendo il secondo paletto, ossia la condizione di appartenenza ad una delle condizioni particolari previste dal 2023: careviger, inabili, esuberi con tavoli di crisi aperti.
Tra le proposte sul tavolo, in realtà, si spazia dalla proroga dei requisiti 2022 ma più verosimilmente si ragiona sulla possibile uscita a 59 anni per tutte le lavoratrici e 58 anni per alcune specifiche categorie (le stesse indicate in Manovra 2023). Si tratterebbe di una soluzione temporanea di 6-9 mesi e riguarderebbe circa 10-13mila lavoratrici.
Se si dovesse trovare l’accordo ministeriale sulle coperture, le novità su Opzione Donna potrebbero essere inserite in un decreto da approvare ad aprile. Al momento, è attiva la piattaforma INPS per la domanda di pensione secondo le regole della Legge di Bilancio e in base al provvedimento di prassi dei giorni scorsi, con le istruzioni e l’analisi delle casistiche di accesso alla misura.
Tra l’altro, si ragiona anche alle finestre mobili di decorrenza per dipendenti e autonome, che sono rimaste in vigore nonostante sia stato unificato il requisito anagrafico.