Con le pensioni di marzo arriva la rivalutazione per i trattamenti superiori a quattro volte il minimo (2.101,52 euro), assieme agli arretrati di gennaio e febbraio. L’INPS ha dettagliato nella circolare 20/2023 tutti gli importi di perequazione, fascia per fascia, applicando le aliquote per scaglione previste dalla Legge di Bilancio dopo aver già rivalutato il mese scorso gli assegni fino a quattro volte il minimo, applicando l’indicizzazione del 7,3% al 100%.
La rivalutazione viene attribuita sulla base del cumulo perequativo, considerando come un unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare (sia quelle versate dall’INPS sia quelle degli altri enti previdenziali).
Rivalutazione pensioni: fasce di importo
In tabella, le fasce di importo dei trattamenti e le relative modalità di rivalutazione per l’anno 2023.
NB: per la determinazione della base pensionistica da rivalutare, oltle prestazioni erogate dall’INPS sono state considerate anche quelle memorizzate nel Casellario centrale delle pensioni, erogate da Enti diversi dall’INPS e per le quali è indicata l’assoggettabilità al regime della perequazione cumulata.
La tabella integra le informazioni già contenute nella Circolare 135/2022 con criteri e modalità applicative della rivalutazione introdotta dall’articolo 1, comma 309, della legge 29 dicembre 2022, n. 197.
Aumento minimo
L’importo di garanzia, evidenziato in tabella, riguarda coloro che sono a cavallo fra uno scaglione e l’altro (in considerazione del fatto che le aliquote di perequazione si applicano sull’intera pensione). Se la rivalutazione attribuita in base alla propria fascia porta a un trattamento più basso di quello che invece spetta alla fascia precedente perequato, scatta l’importo di garanzia.
Per esempio, una pensione che nel 2022 era fra 2.101,52 e 2.123 euro, dovrebbe essere rivalutato al 6,205% perchè ricade nella fascia fra quattro e cinque volte il minimo. Ma il risultato potrebbe essere inferiore a 2.254,93 euro, ossia all’importo 2023 delle pensione fino a quattro volte il minimo (che si ottiene applicando l’aliquota del 7,3%). Ebbene, in questo caso si applica la fascia di garanzia: le varie somme, per i diversi scaglioni, sono evidenziate in tabella.
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Pensioni minime
Manca ancora la rivalutazione straordinaria 2023 delle pensione minime. Questi assegni, da gennaio hanno incamerato la perequazione del 7,3%, ma non quella aggiuntiva dell’1,5% prevista sempre dalla Manovra, che sale per gli ultra75enni (per i quali la minima sale a 600 euro).
Dallo 1° gennaio, coloro che nel 2022 prendevano la pensione minima (525,38 euro) hanno visto il trattamento salire a 564,78 euro (+7,5%) ma devono ancora prendere l’ulteriore rivalutazione dell’1,5% che porta la minima 2023 a 572 euro e a 600 euro per gli over 75 (che hanno una percentuale più alta). Quando l’INPS pagherà queste somme, riconoscerà anche gli arretrati dal gennaio scorso.