Con il pagamento pensioni di dicembre 2023 si conferma il conguaglio della rivalutazione sull’inflazione 2022, insieme agli arretrati: l’INPS con messaggio 4050/2023, ha comunicato di aver completato le operazioni per il recupero della mancata perequazione di quest’anno ed ha indicato gli importi spettanti.
E’ un aumento dello 0,8% per coloro che hanno un trattamento previdenziale fino a 2mila 101,52 euro, mentre la percentuale si riduce con l’aumento dell’assegno previdenziale.
Spieghiamo in dettaglio il meccanismo, analizziamo le tabelle INPS con gli importi maggiorati e calcoliamo, con esempi pratici, di quanto aumenta la pensione e quanto spetta di arretrati per ogni fascia di pensione.
- A chi arrivano conguaglio pensione e arretrati a dicembre
- Tabella INPS: rivalutazione definitiva pensioni 2023
- Di quanto aumenta la pensione a dicembre e come si calcola
- Conguaglio rivalutazione pensioni 2023: l’anticipo a dicembre
- Tabella aumento pensioni 2024: la nuova indicizzazione a gennaio
- Recupero indicizzazione pensioni: cos’è e come funziona
A chi arrivano conguaglio pensione e arretrati a dicembre
Il conguaglio riguarda complessivamente 21 milioni di prestazioni, viene calcolato su tutte le mensilità 2023 ed è applicato anche alla tredicesima (che quindi complessivamente si rivaluta dell’8,1% rispetto all’anno scorso).
Attenzione: saranno pagati a dicembre solo gli arretrati fino a mille euro, mentre se risultano di importo superiore slitteranno a gennaio.
Tabella INPS: rivalutazione definitiva pensioni 2023
Di seguito i valori definitivi per l’anno 2023 divisi per fasce di reddito, con indicazione dell’indice di perequazione spettante e l’importo complessivo dei trattamenti erogati.
*Le fasce di garanzia sono applicate quando, calcolando la perequazione con la percentuale della fascia, il risultato ottenuto è inferiore al limite della fascia precedente perequato.
Di quanto aumenta la pensione a dicembre e come si calcola
Le pensioni 2023 sono già state rivalutate, ma sulla base dell’indice provvisorio del 7,3%. La variazione percentuale definitiva calcolata dall’Istat rispetto al 2022 è invece dell’8,1%. Quindi, spetta una differenza dello 0,8%, rapportato alle consuete aliquote di perequazione variabili per fascia di reddito pensionistico.
Con il pagamento delle pensioni di dicembre 2023 viene dunque accredita la quota di mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali, dovuto alla differenza fra l’inflazione programma (il 7,3% sul quale erano stati calcolati) e quella reale registrata nel 2022 (pari all’8,1%): uno 0,8%, che rappresenta la misura del conguaglio da applicare.
Per tradurre in euro il corrispondente aumento, a questa percentuale bisogna poi applicare le aliquote di perequazione previste per i diversi scaglioni pensionistici. Solo le pensioni fino a quattro volte il minimo vedranno un aumento della pensione pari allo 0,8% (ossia il 100% di perequazione), dopo il +7,3% già applicato quest’anno in base all’inflazione programmata. Negli altri casi, con l’aumentare della pensione diminuisce la percentuale di rivalutazione. I trattamenti per i quali la percentuale di indicizzazione è più bassa, infatti, si rivalutano di una percentuale inferiore.
Aliquote di perequazione per ogni fascia di pensione
Per calcolare l’effetto del conguaglio bisogna prendere come riferimento l’importo della pensione nel 2022 e applicare le percentuali sotto riportate.
- Pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.101 euro al mese): rivalutazione piena dello 0,8%;
- pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.102 e 2.627 euro): si rivalutano all’85% recuperando lo 0,68%;
- pensioni fra 5 e 6 volte il minimo (tra 2.627 e 3.152 euro): si rivalutano del 53%, recuperando lo 0,42%;
- pensioni fra 6 e 8 volte il minimo (tra 3.152 e 4.203 euro): si rivalutano del 47% recuperando lo 0,37%;
- pensioni fra 8 e 10 volte il minimo (tra 4.203 e 5.254 euro): si rivalutano del 37% recuperando lo 0,29%.
- pensioni oltre 10 volte il minimo (oltre 5.254 euro): si rivalutano del 32% recuperando lo 0,25%.
Sul cedolino pensione è stata inserita la nota informativa dedicata, con l’indicazione dell’importo aggiuntivo dovuto.
Esempi di aumento pensione a dicembre
Ognuno può effettuare il calcolo prendendo come riferimento l’importo della pensione di dicembre 2022 e applicando le percentuali di rivalutazione sopra riportate. Per esempio:
- una pensione minima (che nel 2022 era pari a 525,38 euro al mese) si rivaluta di circa 4 euro al mese. Sull’intero anno sono circa 54-55 euro, che arriveranno interamente con il cedolino di dicembre;
- una pensione da mille euro al mese, che nel 2023 è salita a 1073 euro, viene adeguata a 1081 euro ed incassa un arretrato lordo di 104 euro (netti diventano 73 euro);
- una pensione da 1500 euro nel 2022 (prima fascia) avrà un conguaglio sui 156 euro (circa 12 euro al mese);
- una pensione da 2mila euro matura un arretrato netto di 135 euro.
Aumento minimali e massimali retributivi 2023
La rivalutazione dei contributi previdenziali ha impatto diretto anche sui minimali e massimali contributivi per le retribuzioni del lavoro dipendente.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, i contributi previdenziali salgono dal primo gennaio, in virtù dell’aggiornamento dei minimi di retribuzione giornaliera per il 2023, sempre in base all’indicizzazione dell’8,1%.
Il minimale giornaliero da assoggettare a contributi sale a 53,95 euro (il 9,5% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti 2023, pari a 567,94 euro).
Il minimo giornaliero per le retribuzioni convenzionali 2023 è pari a 29,98 euro. Per i rapporti di lavoro part-time, il riferimento è la retribuzione oraria, per i dipendenti del privato in media è pari a 8,09 euro, nel pubblico scende a 7,49 euro.
Conguaglio rivalutazione pensioni 2023: l’anticipo a dicembre
Il Governo ha anticipato di un mese questo conguaglio, che ogni anni arriva invece a gennaio: con il Decreto Fiscale collegato alla Manovra (decreto legge 145/2023), si è stabilito che l’accredito sia erogato ai pensionati con il cedolino di questo dicembre. La misura è contenuta nell’articolo 1 del decreto.
Al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche» il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 «è anticipato al primo dicembre 2023.
Il pagamento delle pensioni a dicembre 2023 si arricchisce dunque di una nuova voce nel cedolino: il recupero anticipato della mancata indicizzazione definitiva dei trattamenti 2023 rispetto all’inflazione 2022.
Gli incrementi nel cedolino di dicembre che vanno a sommarsi al bonus tredicesima pensione ed alla quattordicesima mensilità (in entrambi i casi ai soli pensionati che ne hanno diritto in base ai requisiti richiesti).
Tabella aumento pensioni 2024: la nuova indicizzazione a gennaio
Il conguaglio riguarda la rivalutazione definitiva 2023 calcolata in base all’inflazione 2022. Da gennaio 2024 le pensioni di rivaluteranno invece in base all’inflazione provvisoria 2023 in base a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024 in termini di nuove percentuali di perequazione.
- fino a 4 volte il minimo: indicizzazione al 100%
- fino a 5 volte il minimo: indicizzazione all’85%
- tra 5 e 6 volte il minimo: indicizzazione al 53%
- tra 6 e 8 volte il minimo: indicizzazione al 47%
- tra 8 e 10 volte il minimo: indicizzazione al 37%
- oltre 10 volte il minimo: indicizzazione al 22%.
L’Indice Istat di perequazione 2024 sul quale applicare le aliquote di rivalutazione per ogni scaglioni è pari al 5,4%.
Recupero indicizzazione pensioni: cos’è e come funziona
L’indicizzazione delle pensioni è un meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici basato su indicatori di riferimento stabiliti dall’Istat. Questo sistema di perequazione è stato ideato per compensare l’aumento del costo della vita e la conseguente perdita di potere d’acquisto dei pensionati.
Nel corso degli anni, l’indicizzazione delle pensioni ha subito diverse modifiche, inclusa quella prevista per il biennio 2023/2024. In generale, le pensioni più basse sono completamente indicizzate al 100%, mentre quelle di importo superiore subiscono una rivalutazione parziale.
Il meccanismo di indicizzazione delle pensioni prevede comunque che, per tutto l’anno, si applichi alle pensioni il tasso di rivalutazione provvisorio stimato nel mese di novembre (che era appunto pari al 7,3% a novembre 2022) e che poi sia incamerata la differenza con il tasso definitivo (che in questo caso è risultato essere l’8,1%, con una differenza quindi dello 0,8%).
=> Perequazione pensioni INPS: rivalutazione e tabella aumenti
Questo conguaglio dell’indicizzazione delle pensioni si applica ogni ogni anno, in genere con il cedolino di gennaio. Quest’anno è stato anticipato a dicembre. Lo scorso anno addirittura a novembre.