Si è svolto il 19 gennaio, presso il Ministero del Lavoro, il primo tavolo tecnico per la riforma delle pensioni. Insieme al Ministro Marina Calderone e alle associazioni datoriali e sindacali, hanno partecipato i sottosegretari Claudio Durigon (Lavoro) e Federico Freni (Economia e Finanze), oltre ai vertici INPS e Pubblica Amministrazione.
Il prossimo appuntamento è fissato per l’8 febbraio, per parlare di misure rivolte a giovani e donne. Seguiranno incontri settimanali per arrivare alla definizione della riforma in tempi rapidi.
Vediamo intanto cosa è emerso dal primo vertice di avvio dei lavori.
Pensioni: più controllo sui conti pubblici
La discussione ha preso le mosse dai numeri sulla spesa pensionistica in Italia, alla luce dei futuri scenari demografici ma anche dei nuovi modelli organizzativi delle aziende e della congiuntura economica in atto.
L’obiettivo di Governo, per prima cosa, è quello di rispolverare il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, così da tenere sotto controllo i fattori con il maggiore impatto sui conti e consentire una revisione sostenibile del sistema pensionistico.
Riforma pensioni: misure anche per usuranti e donne
Per quanto riguarda le misure della riforma pensioni, il primo punto all’ordine del giorno è quello di trovare dei nuovi meccanismi di flessibilità in uscita per gli addetti a lavori usuranti e di migliorare la versione 2023 dell’Opzione Donna.
Significa che si cercherà di agire su questi fronti, selezionando la platea dei beneficiari di sconti per il prepensionamento, possibilmente da rendere strutturali.
In parallelo, si mira a potenziare la previdenza complementare (agendo però sul fattore “formazione-informazione” e non tanto sugli incentivi veri e propri), così da rendere gli assegni più adeguati. Significa che ogni contribuente dovrà far da sè, cercando di valorizzare i propri versamenti ricorrendo a strumenti e formule alternativi a quella della classica previdenza pubblica, orientandosi verso i fondi pensione ed altre formule di investimento dei propri contributi.
Sempre per la serie “troviamo alternative ai soldi pubblici per incrementare le pensioni”, la riforma previdenziale del Governo Meloni mira a favorire gli attuali strumenti di staffetta generazionale così da favorire l’assunzione di giovani con il contestuale incentivo all’esodo pensione dei lavoratori più anziani, pagato dai datori di lavoro.
Le considerazioni del Ministro
Secondo Marina Calderone, la “razionalizzazione dei sistemi di accesso alla pensione” a cui si mira risponde alla volontà di dare certezze sulle effettive prospettive pensionistiche.
Serve un quadro chiaro e stabile di norme affinché i singoli possano scegliere come eventualmente provvedere a integrare gli assegni, con congruo anticipo e in maniera sostenibile.
Prossimo appuntamento per mercoledì 8 febbraio, per affrontare in maniera più concreta i primi interventi.