Dal 1° gennaio 2023 la pensione minima sale a 563,74 euro e l’assegno sociale passa a 414,76 euro: lo comunica la circolare INPS 135/2022 che recepisce l’indicizzazione al 7,3% ma rimanda le nuove regole di perequazione a dopo l’approvazione della Manovra 2023.
Non potendo ancora recepire le novità della Legge di Bilancio 2023 (ancora in Parlamento), applicherà per il momento la rivalutazione al 100% alle pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (con limite fissato a 2.101,52 euro), mentre le altre pensioni, ossia quelle che rientrano nelle nuove fasce di rivalutazione, resteranno invariate fino alla «prima rata utile al momento di approvazione della norma indicata».
Vediamo come cambiano gli importi, in base all’indicizzazione del 7,3%.
- Pensioni minime: importo mensile 563,74 euro ed importo annuo 7.328,62 euro. In Manovra è prevista poi una minima di 600 euro per chi ha 75 anni.
- Assegni vitalizi: importo mensile 321,36 euro ed importo annuo 4.177,68 euro.
- Pensione sociale: importo mensile 414,76 euro ed importo annuo 5.391,88 euro, con massimale annuo personale di 5.391,88 euro e coniugale di 18.577,24 euro.
- Assegno sociale: importo mensile 503,27 euro ed importo annuo di 6.542,51 euro, con massimale annuo personale di 6.542,51 euro e coniugale di 13.085,02 euro.
La circolare INPS contiene tutti i dettagli anche sui trattamenti per le vittime di guerra, superstiti orfani, rivalutazione delle quote dovute ad altro beneficiario, accompagnamento a pensione.
Un’altra avvertenza: da ottobre è stato applicato un anticipo sulla rivalutazione, che sarà però recuperato nel 2023. Su questo punto non ci sono indicazioni, quindi presumibilmente le pensioni di gennaio conterranno la rivalutazione piena.