Pensioni minime a 600 euro mensili dopo i 75 anni per il 2023 e adeguamento pieno all’inflazione per gli assegni fino a 2.100 euro lordi mensili, che avranno un aumento di oltre 150 euro lordi al mese: sono le ultime novità sulla perequazione automatica da gennaio, ossia l’aumento della pensione per adeguamento all’inflazione.
Le regole per la rivalutazione 2023 delle pensioni sono state applicate a scaglioni di reddito pensionistico, da gennaio a luglio/agosto 2023, con aliquote di rivalutazione che hanno fatto crescere l’importo dell’assegno.
Vediamo come funziona in dettaglio.
Che cos’è la perequazione delle pensioni?
La perequazione delle pensioni è l’indicizzazione annua dei trattamenti pensionistici per adeguamento all’inflazione. Si tratta di un meccanismo attraverso il quale l’importo delle prestazioni viene rivalutato in base all’aumento del costo della vita, secondo i parametri individuati dall’ISTAT e stabiliti per legge ogni anno con decreto del Ministero del Tesoro. Obiettivo finale, tutelare il potere d’acquisto dei redditi pensionistici. Anche per il 2024 è previsto un aumento pensioni.
Come si calcola la perequazione delle pensioni?
L’indice di perequazione per i trattamenti pensionistici con decorrenza 1° gennaio 2023 è pari al 7,3%. In base alle disposizioni della Legge di Bilancio, la pensione minima sale a 570 euro (+1,5% in via transitoria per il solo 2023). Per gli over 75, inoltre, sempre in via temporanea il trattamento minimo è pari a 600 euro.
Rivalutazione pensioni 2023: quali sono gli aumenti?
Considerando l’indice definitivo di indicizzazione (7,3%) e il trattamento minimo 2022 definitivo (pari a 525 euro), per le pensioni di importo superiore a tale trattamento minimo la rivalutazione delle pensioni nel 2023 segue il seguente schema:
- fino a 4 volte il minimo (2.099 euro lordi): indicizzazione al 100% (aumento effettivo del 7,3%)
- fino a 5 volte il minimo (ossia 2.625 euro lordi): indicizzazione all’85% (aumento effettivo del 6,2%)
- tra 5 e 6 volte il minimo (tra 2.625 e 3.150 euro lordi): indicizzazione al 53% (aumento effettivo del 3,8%)
- tra 6 e 8 volte il minimo (tra 3.150 e 4.200 euro lordi): indicizzazione al 47% (aumento effettivo del 3,4%)
- tra 8 e 10 volte il minimo (tra 4.200 e 5.250 lordi): indicizzazione al 37% (aumento effettivo del 2,7%)
- oltre 10 volte il minimo (oltre 5.250 euro lordi): indicizzazione al 32% (aumento effettivo del 2,3%)
Come si vede, il Governo ha ritoccato ulteriormente le fasce rispetto alla formulazione originaria della Legge di Bilancio, aggiungendo uno 0,5% fino a cinque volte in minimo e tagliando le pensioni più elevate.
Quando si paga la perequazione?
L’applicazione della perequazione scatta il 1° gennaio di ogni anno, in base all’indice provvisorio annuo stabilito ogni novembre con decreto MEF. L’adeguamento si effettua sulla base degli adeguamenti stabiliti in relazione all’aumento dei prezzi al consumo (rivalutazione ISTAT). Per il 2023, l’INPS ha applicato gli aumenti un po’ alla volta, terminando con la rivalutazione delle pensioni minime nel cedolino di luglio/agosto 2023.
Chi ha diritto alla rivalutazione della pensione?
La perequazione delle pensioni si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dall’INPS (previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive). La rivalutazione riguarda sia le pensioni dirette sia quelle ai superstiti (reversibilità e indirette), anche se integrate minimo.
Aumento pensioni: esempi e tabella importi?
Per fare alcuni esempi di aumento pensione in base alla rivalutazione 2023 possiamo seguire il seguente schema:
- una pensione di 1.000 euro si rivaluta fino a 1.073 euro,
- una pensione di 1.500 euro si rivaluta fino a 1605 euro,
- una pensione di 2.000 euro si rivaluta fino a 2.140 euro,
- una pensione di 2.500 euro si rivaluta fino a 2.595 euro,
- una pensione di 3.000 euro si rivaluta fino a 3.114 euro,
- una pensione di 3.500 euro si rivaluta fino a 3.619 euro,
- una pensione di 4.000 euro si rivaluta fino a 4.108 euro,
- una pensione di 5.000 euro si rivaluta fino a 5.115 euro.
Le cifre precise sono contenute nella tabella INPS con gli aumenti per la rivalutazione delle pensioni.