Dal 2023, la Legge di Bilancio modifica le fasce di importo e le aliquote di indicizzazione per la rivalutazione pensioni 2023 e 2024 ma, rispetto al testo della Manovra depositato alla Camera, un nuovo emendamento del Governo – illustrato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in Commissione Bilancio alla Camera nella serata del 18 dicembre – ritocca ulteriormente le aliquote applicate alle nuove fasce.
Rispetto allo schema del ddl, aumenta di un ulteriore 0,5% l’aliquota di perequazione applicata alle pensioni fino a cinque volte il minimo (85%), mentre di riduce di uno 0,2% quella applicata alle altre fasce.
Altra novità: sale a 600 euro l’assegno minimo per i pensionati con almeno 75 anni. In generale, per il 2023 la pensione minima (525,38 euro al mese) si rivaluta in via transitoria di 1,5 punti (salendo all’8,8%) arrivando a 571,6 euro (+46 euro rispetto ad oggi), per poi subire una perequazione di altri 2,7 punti nel 2024.
Vediamo dunque come si correla la perequazione automatica con indice pieno del 7,3% con il nuovo meccanismo a fasce (diverse rispetto a quelle precedentemente previste) e con l’ulteriore “bonus” transitorio concesso alle pensioni minime nel prossimo biennio.
Quanto aumenterà la pensione da gennaio 2023?
Da gennaio 2023 aumenta ulteriormente rispetto alle vecchie regole la perequazione delle pensioni minime, resta tutto invariato (aumento del 7,3%) per quelle fino a quattro volte il minimo, mentre per i trattamenti superiori a questa soglia le percentuali si riducono rispetto alla normativa precedente alla Manovra 2023. Il tutto, sempre a partire dall’indice di perequazione automatica stabilito con decreto ministeriale in base alle rilevazioni ISTAT.
Come si fa a fare il calcolo delle rivalutazioni pensioni?
Per il calcolo della rivalutazione si applica l’indice di rivalutazione stabilito con decreto MEF ogni anno, fissato nella misura del 7,3% sui trattamenti decorrenti dal prossimo gennaio 2023.
Da quando parte la rivalutazione delle pensioni?
In base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio, le nuove fasce e aliquote di rivalutazione pensioni si applicheranno per un biennio, ossia per le pensioni 2023 e 2024, con decorrenza primo gennaio 2023.
Quanto aumenta la pensione minima nel 2023 e 2024?
La rivalutazione ISTAT, resa ufficiale con decreto MEF, fissa l’indice per la perequazione al 7,3% per le pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2023. Vuol dire che la pensione minima aumenta rispetto ai 525 euro al mese del 2022, andando anche oltre i 563 euro (+38 euro al mese) che si sarebbero ottenuti applicando le regole di perequazioni previste in origine (per complessivi 498 euro in un anno compresa la tredicesima): in via transitoria, infatti la Manovra 2023 ha previsto ulteriori incrementi.
In dettaglio: le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS, con riferimento al trattamento lordo in pagamento da gennaio 2023 a dicembre 2024 (compresa tredicesima) in via eccezionale sono rivalutate di 1,5 punti percentuali (+1,5%) per l’anno 2023 e di ulteriori 2,7 punti percentuali (+2,7%) per l’anno 2024. Questi aumenti si applicano rispetto alla pensione mensile spettante al 31 dicembre 2022.
Significa che, sommando la perequazioni piena al 7,3% a quella transitoria per il 2023 (1,5%), la pensione minima il prossimo anno sale a 570 euro nel 2023 arrivando a 585 euro nel 2024, ma sempre in via transitoria. Per gli over 75, inoltre, la minima sale a 600 euro.
Ma questi incrementi sono temporanei. Non a caso, non rilevano ai fini del superamento dei limiti reddituali per il riconoscimento di prestazioni legate al reddito.
Importo pensione: quali nuove fasce e aliquote di rivalutazione?
Per le pensioni superiori al minimo INPS, la perequazione automatica per adeguamento all’inflazione nel 2023 e 2024 segue il seguente schema a fasce di rivalutazione, prendendo a riferimento l’importo della pensione rispetto al trattamento minimo (TM) attuale (525 euro al mese):
- fino a 4 volte il TM (circa 2.100 euro lordi): 100% (aumento 7,3%)
- fino a 5 volte il TM (circa 2.625 euro lordi): 85% (aumento 6,2%)
- tra 5 e 6 volte il TM (tra 2.625 e 3.150 euro lordi): 53% (aumento 3,8%)
- tra 6 e 8 volte il TM (tra 3.150 e 4.200 euro lordi): 47% (aumento 3,4%)
- tra 8 e 10 volte il TM (tra 4.200 e 5.250 lordi): 37% (aumento 2,7%)
- oltre 10 volte il TM (oltre 5.250 euro lordi): 32% (aumento 2,3%)
Rispetto alle regole 2022, c’è un vantaggio per le pensioni minime e non ci sono variazioni fino a quattro volte il minimo (aumentano applicando il 100% dell’indice 7,3%), mentre si va a perdere (rispetto alle vecchie regole) per le pensioni più ricche di tale soglia. Ad ogni modo, tutte le pensioni comunque si rivalutano.
Esempi di calcolo rivalutazione pensione 2023
Una pensione di mille euro con la rivalutazione 2023 arriva a 1.073 euro, una pensione di 1.500 euro si rivaluta fino a 1605 euro al mese, una pensione di 2mila euro si rivaluta fino a 2.140 euro, una pensione di 2.500 euro si rivaluta fino a 2.595 euro; una pensione di 3mila euro si rivaluta fino a 3.114 euro; una pensione di 3.500 euro si rivaluta fino a 3.619 euro; una pensione di 4mila euro si rivaluta fino a 4.108 euro; una pensione di 5mila euro si rivaluta fino a 5.115 euro.