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Aumento Pensioni 2023: tabelle di perequazione, elenco assegni, esempi di importo

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 22 Novembre 2022
Aggiornato 16 Dicembre 2022 09:36

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Rivalutazione pensioni dal 2023 fino a +7,3% per adeguamento all'inflazione e conguaglio su quelle 2022 fino a +1,9%: decreto MEF e novità in Manovra.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2022, il Decreto MEF sulla perequazione automatica delle pensioni , indicando il valore dell’indice da applicarsi ai trattamenti con decorrenza 1° gennaio 2023 e la percentuale definitiva di rivalutazione per il 2022: l’indice di riferimento è il 7,3%.

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Vediamo dunque come si configurano gli aumenti modificati dalla Legge di Bilancio 2023 che prevede una rimodulazione dell’aumento previsto con nuove fasce di reddito pensionistico e aliquote diverse rispetto al passato.

Perequazione automatica pensioni: quale aumento?

In base al decreto MEF, si applicano i seguenti indici.

  • Rivalutazione pensioni dal 1° gennaio 2022: +1,9%.
  • Rivalutazione pensioni dal 1° gennaio 2023: +7,3% salvo ulteriore conguaglio nel 2024.

Le percentuali di rivalutazione da applicarsi alle pensioni che godono di indennità integrativa speciale (prevista dalla legge 27 maggio 1959, n. 324) sono determinate separatamente.  L’indennità nella Gestione Pubblica dal 1° gennaio 2022 è pari a 804,56 euro (in tredicesima 784,56 euro).

Rivalutazione pensioni 2023: quali aumenti si applicano?

I criteri di perequazione per l’anno 2022 hanno previsto una rivalutazione del trattamento pensionistico secondo tre aliquote di perequazione (al 100%, al 90% e al 75%), in base alla fascia di importo in cui il singolo trattamento pensionistico ricade. L’indicizzazione è stata applicata in forma progressiva per scaglioni, prendendo a riferimento un trattamento minimo di 515,58 euro (importo annuo pari a 6.829,94 euro). Nel 2023 cambiano invece sia gli scaglioni sia le aliquote.

Aumento pensione: quale conguaglio 2022?

Il decreto MEF di novembre 2022 ha stabilito la percentuale definitiva della rivalutazione 2022 a 1,9%: è dunque questo l’indice che si applicherà a conguaglio per le pensioni già erogate nel 2022, portando la minima 2022 a 524 euro. In precedenza, era stato applicata una rivalutazione provvisoria di importo variabile, in base alla percentuale provvisoria stabilita lo scorso novembre 2021:

  • 1,90% per trattamenti fino a 4 volte il minimo (2062, 32 euro);
  • 1,710% per trattamenti comprese tra 4 e 5 volte il minimo (2577,90);
  • 1,425% per trattamenti superiori a 5 volte il minimo (2577,91).

Pensioni 2023: di quanto aumentano?

Applicando il nuovo indice provvisorio stabilito dal MEF per le pensioni decorrenti dal 2023, se ne deduce che tutti i trattamenti di competenza a partire dal 1° gennaio 2023 saranno rivalutati prendendo a riferimento l’indice di perequazione pensioni per il 2023 (7,3%), sempre che il prossimo novembre (quando sarà decretato l’indice di perequazione automatica definitivo) non scatti un ulteriore aumento, dovuto alla corsa inflazionistica che potrebbe far aumentare ancora gli importi delle pensioni, applicando in quel caso una rivalutazione a conguaglio sui trattamenti 2023 già erogati.

Aumento Pensioni 2023: elenco assegni ed esempi di importo?

La Manovra economica 2023 cambia però fasce e aliquote di applicazione dell’indice ISTAT, introducendo nuovi scaglioni. Mentre la pensione minima si rivaluta applicando un indice aggiuntivo dell’1,5% oltre al 100%, per gli altri assegni l’aumento cambia in base all’importo.

Ecco di seguito l’elenco degli assegni con la percentuale di aumento (rispetto all’indice del 7,3% spettante):

  • fino a 4 volte il TM (2.100 euro lordi): 100% (aumento 7,3%)
  • fino a 5 volte il TM (2.625 euro): 80% (aumento 5,8%)
  • tra 5 e 6 volte il TM (tra 2.625 e 3.150 euro): 55% (aumento 4%)
  • tra 6 e 8 volte il TM (tra 3.150 e 4.200 euro): 50% (aumento 3,6%)
  • tra 8 e 10 volte il TM (tra 4.200 e 5.250): 40% (aumento 2,9%)
  • oltre 10 volte il TM (oltre 5.250 euro): 35% (aumento 2,5%)

La pensione minima (525,38 euro al mese nel 2022) si rivaluta di 1,5 punti (salendo all’8,8%) fino a 571,6 euro (+46 euro), con ulteriore perequazione di 2,7 punti nel 2024.

NB. Dagli importi rivalutati, vanno sottratti gli anticipi già goduti, nei casi spettanti, concessi in questi mesi (da ottobre a fine anno, tredicesima pensione compresa) come sostegno al caro prezzi.