Il fondo pensione degli artigiani fa capo ad una delle Gestioni speciali INPS per i lavoratori autonomi: è la Gestione speciale per artigiani e commercianti, alla quale devono iscriversi obbligatoriamente gli imprenditori delle due categorie. Quanto può arrivare a prendere di pensione un artigiano?
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L’ammontare dell’assegno previdenziale dipende da diversi fattori. Vediamo quali sono gli elementi che servono a quantificarlo, quali sono i requisiti pensionistici per gli artigiani, quali le alternative e come stimare età e importo dell’assegno a fine attività in base alle aliquote contributive, ai minimali e massimali INPS ed alle diverse opzioni previdenziali.
Quanto paga un artigiano di contributi?
Gli artigiani sono chiamati a versare un ammontare di contributi che viene calcolato in rapporto al reddito d’impresa dichiarato ai fini IRPEF. La base imponibile sulla quale calcolare i contributi da versare all’INPS è costituita dalla totalità dei redditi di impresa prodotti nello stesso anno. Sono previsti sia un minimale che un massimale.
Qual è l’aliquota contributiva?
L’aliquota contributiva è fissata al 24% per la generalità degli artigiani. Viene però innalzata al 25% per la quota di reddito d’impresa eccedente il tetto pensionabile dei lavoratori dipendenti (pari a 43.279 euro per il 2022). Per i familiari collaboratori di età fino ai 21 anni l’aliquota obbligatoria scende invece al 22,35%.
Quali sono minimali e massimali per artigiani?
Il minimale di reddito da assoggettare a contribuzione viene fissato annualmente e per il 2022 è pari a 16.243 euro. Questo significa che il contributo minimo che gli artigiani devono versare sarà pari a 3.905,76 euro, corrispondente al 24% di 16.243 più 7,44 fondo maternità, per la generalità degli artigiani. Per i collaboratori under 21 sarà invece pari a 3.710,84 euro.
Il massimale, che stabilisce il reddito massimo oltre il quale non è dovuta la contribuzione previdenziale, è invece pari – per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 – al tetto di retribuzione pensionabile previsto per i lavoratori dipendenti, maggiorato di 2/3. Per il 2022 è dunque pari a 80.465 euro (48.279+[48.279*2/3]). Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 paga invece contributi sino ad un reddito pari a 105.014 euro.
Quando vanno in pensione gli artigiani?
Possono accedere alla pensione di vecchiaia gli artigiani che siano in possesso dei requisiti ordinari, ovvero:
- aver compiuto almeno 67 anni di età (fino al 2024, poi scatteranno nuovi adeguamenti alle speranze di vita);
- aver versato almeno 20 anni di contribuzione;
- aver cessato il rapporto di lavoro dipendente.
Anche gli artigiani possono accedere alla pensione di vecchiaia contributiva all’età di 71 anni, con almeno 5 anni di contribuzione effettiva, volontaria e da riscatto, che abbiano cessato il lavoro dipendente e abbiano maturato un’assegno previdenziale non inferiore a 1,5 volte l’ammontare annuo dell’assegno sociale INPS, ovvero – per il 2022 702,15 euro (=468,10*1,5).
Da sottolineare che ai lavoratori autonomi non si richiede la cessione dell’attività o dagli eventuali elenchi professionali.
Anche la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini, indipendentemente dall’età anagrafica, e 41 anni e 10 mesi le donne), Opzione Donna, pensione usuranti, pensione precoci, pensione di inabilità sono tutte strade percorribili anche dagli artigiani secondo le regole ordinarie.
Quanto prende di pensione un artigiano? Esempi
Come accennato inizialmente, è molto difficile rispondere alla domanda “quanto prende di pensione un artigiano?”, poiché il calcolo dipende da tantissimi fattori individuali, compresa l’opzione di pensionamento scelta.
Quello che è praticamente certo è che a parità di anzianità contributiva e età anagrafica i pensionati futuri prenderanno assegni previdenziali più bassi del passato, perché il tasso di sostituzione, cioè l’importo della pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito, tende a diminuire col tempo.
=> Quanto prenderò di pensione: come si calcola l'assegno per età e contributi
Quanto prende di pensione un artigiano con 35 anni di contributi?
Proviamo, come esempio, a fare una stima di quanto potrebbe prendere di pensione un artigiano con 35 anni di contributi, possiamo dire che chi andrà in pensione con 35 anni di contributi vedrà il proprio assegno calcolato con il sistema di calcolo misto, visto che il passaggio al contributivo puro è avvenuto 25 anni fa.
Questo significa che la parte di contributi accreditata entro il 31 dicembre 1995 verrà trasformata in pensione effettuando i calcoli sulla base del metodo retributivo, mentre per la parte di contributi accreditata successivamente la trasformazione avverrà con il contributivo. Se però il pensionato ha maturato almeno 18 anni di contributi prima del 31 dicembre 1995, la pensione verrà calcolata col sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011 e poi con il sistema contributivo.
Per calcolare l’ammontare della pensione bisogna fare la somma delle varie componenti:
- per la parte relativa agli anni che rientrano nel sistema retributivo bisogna calcolare, per ogni anno di contributi, il 2% della media delle ultime retribuzioni percepite;
- per la parte di contributi ricadenti nel sistema contributivo: per ogni anno di lavoro, bisogna calcolare il montante contributivo, ovvero la quota di contributi accantonata in base all’aliquota di riferimento (es. 24%), nonché la sua rivalutazione annua, applicando il coefficiente di trasformazione (che dipende a sua volta dall’età del lavoratore, ad esempio a 67 anni di età, il coefficiente è del 5,575%).
Dalla somma delle due componenti si ottiene l’importo totale della pensione annua di un artigiano.
Diversa è la situazione se si scelgono altre strade rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Con 35 anni di contributi, ad esempio, una donna artigiana potrebbe scegliere Opzione Donna, trasformando l’intera quota di contributi in pensione con il sistema di calcolo contributivo. L’artigiana potrebbe andare in pensione con diversi anni di anticipo (58 anni se dipendente o 59 se autonoma), ma con un assegno previdenziale decisamente più basso, sia per il ricalcolo contributivo che per i coefficienti di trasformazione più bassi (4,289% e 4.399% rispettivamente).
Quanto prende di pensione un artigiano con 30 anni di contributi?
Sulla base di quanto sopra esposto proviamo a fare un esempio numerico. Prendiamo un artigiano con un’anzianità contributiva pari a 30 anni, che ha compiuto i 67 anni di età e ha maturato 5 anni nel retributivo, 25 nel contributivo. Ipotizzando una RAL media di 25mila euro per gli ultimi anni di lavoro e una RAL media su tutti gli anni di lavoro di 20mila euro avremo:
- 2.500 euro derivanti dal calcolo retributivo (= 10% * 25.000 euro, ovvero il 2% per 5 anni);
- quota di pensione pari a 6.690 euro, che si ottiene applicando il coefficiente di trasformazione del 5,575% ai 120.000 euro di montante contributivo (=20.000 * 24% di aliquota contributiva * 25 anni).
Sommando le due quote, la pensione annua lorda di questo artigiano sarà pari a 9.190 euro, poco più di 700 euro al mese.
Se lo stesso artigiano potesse vantare nel retributivo 10 anni di contributi, una RAL media degli ultimi anni di 35 mila euro e di 25.000 euro complessivamente. Le due quote da sommare diventerebbero pari a:
- 7.000 (=35000 * 2% * 10) per la parte retributiva;
- 6.690 (=25000 * 24% * 20 * 5,575%) per la parte contributiva.
Ottenendo una pensione lorda annua di 13.690 euro, pari a circa 1.100 euro di pensione al mese.