Al via l’accordo di collaborazione tra Unioncamere e il Dipartimento delle Pari Opportunità per la certificazione delle imprese contro il Gender Gap, intesa che rientra sia nella “Strategia nazionale per le pari opportunità 2021-2026” sia nelle iniziative previste dal PNRR.
Entro il 2026, almeno mille aziende italiane di micro, piccole e medie dimensioni dovranno superare i test e ottenere la certificazione, e per 450 imprese c’è anche la copertura dei costi.
Secondo l’accordo, le imprese potranno ottenere la certificazione superando i test che documentano l’eliminazione di ogni barriera legata alla differenza di genere sui luoghi di lavoro, contando sul supporto di Unioncamere e del sistema camerale.
Unioncamere ha l’incarico di organizzare i servizi per l’introduzione del sistema di certificazione della parità di genere, gestendo anche l’erogazione dei pagamenti per i costi di certificazione e l’attivazione di servizi di accompagnamento e assistenza tecnico-consulenziale sfruttando le risorse stanziate dal PNRR.
Per lo scopo, si appoggerà al mondo associativo, agli sportelli UNICAdesk e alla rete dei Comitati per l’imprenditorialità femminile delle Camere di Commercio.
Per quanto riguarda le linee guida del sistema di certificazione della parità di genere (Uni/PdR 125:2022), i pilastri fondamentali prevedono:
- rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza;
- adozione di politiche e misure per favorire l’occupazione femminile – specialmente a favore delle giovani donne e dell’occupazione qualificata – e l’imprenditoria femminile, anche con incentivi per l’accesso al credito alle agevolazioni fiscali;
- adozione di misure che favoriscano l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro (pari opportunità nell’accesso, nel reddito, nelle opportunità di carriera e di formazione, piena attuazione del congedo di paternità);
- promozione di politiche di welfare a sostegno del “lavoro silenzioso”, vale a dire chi si dedica alla cura della famiglia.