Brutte sorprese per alcuni pensionati nel cedolino pensione di settembre. La rivalutazione dell’assegno pari al 2,2% anticipata per compensare l’aumento dell’inflazione scatterà solo dal mese di ottobre per le pensioni di vecchiaia di importo inferiore a 2.692 euro, mentre la vera e propria perequazione solo a gennaio 2023.
A settembre, al contrario, molti pensionati riceveranno assegni previdenziali più bassi. Vediamo perché.
Pensioni di settembre con conguagli IRPEF
Su molte pensioni l’Agenzia delle Entrate applicherà la trattenuta degli importi a debito risultanti dall’ultima dichiarazione dei redditi (conguaglio IRPEF). Al contrario, qualora si vantino dei crediti con il Fisco, questi verranno versati nella pensione, comportandone un aumento netto.
Assegno ridoto senza modello RED
Ad abbassare ulteriormente gli assegni previdenziale ci sono le possibili trattenute applicate qualora il pensionato risulti titolare di rendite collegate al reddito non dichiarate mediante presentazione del modello RED. L’Istituto ha infatti più volte sollecitato l’invio di tale documento, con l’obiettivo di essere messo a conoscenza della situazione reddituale all’anno 2019. Per gli inadempienti le trattenute saranno pari a circa 10 euro per le integrazioni al trattamento minimo e al 10% della pensione per gli altri trattamenti.
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Ricordiamo che, per conoscere la somma esatta della propria pensione di settembre, basta consultare il cedolino presente nel proprio fascicolo previdenziale sul sito INPS, accedendo con credenziali SPID, CIE o CNS.