In attesa della Riforma Pensioni vera e propria, nella nuova Legge di Bilancio 2025 sono previste molte proroghe e poche novità per gli strumenti di flessibilità in uscita e per le consuete formule pensionistiche strutturali: anche il prossimo anno su potrà uscire con la pensione anticipata ordinaria e di vecchiaia, con APE Sociale e Opzione Donna, con Quota 103 e con la pensione anticipata contributiva.
Poche le modifiche ai requisiti, che restano uguali per le pensioni flessibili ed anche per quelle ordinarie, con una sola piccola novità inserita in Manovra 2025: fino a 16 mesi di anticipo sul requisito anagrafico per le donne che ricadono per intero nel sistema di calcolo pensione contributivo e che sono madri di almeno 4 figli. Quest’anno entrano, poi, in vigore le novità della scorsa Legge di Bilancio per le pensioni miste dei dipendenti pubblici exINPDAP (in senso peggiorativo).
Chi può andare in pensione di vecchiaia nel 2025?
I requisiti ordinari per accedere alla pensione di vecchiaia (la forma di previdenza pubblica erogata mensilmente dall’INPS in favore dei lavoratori), spetta ai dipendenti e autonomi che abbiano maturato 20 anni di contributi e 67 anni di età, assieme alla cessazione del rapporto di lavoro dipendente (non il lavoro autonomo o para-subordinato).
Per chi rientra nel sistema contributivo, come importo soglia viene richiesto di aver maturato una pensione almeno pari all’assegno sociale (per quest’anno corrispondente a 598,60 euro).
Resta invariata la decorrenza: per la pensione di vecchiaia non sono previste finestre mobili ed il primo rateo arriva il mese successivo a quello della domanda.
Non ci sono novità neppure per gli scatti pensione, che in base al Decreto annuale del Ministero delle Finanze non prevede adeguamenti alle aspettative di vita fino ad almeno il 2026 (nonostante lo sblocco delle progressioni inserito in Manovra), alla luce delle rilevazioni ISTAT sulle aspettative di vita.
Quali deroghe ai requisiti ordinari restano?
Anche nel 2025 restano applicabili le consuete deroghe ai requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia riservate ad alcune categorie di lavoratori (senza finestre mobili) in alcuni casi con delle novità.
Pensione gravosi e usuranti
Questi lavoratori vanno in pensione di vecchia con la quota 97,6 (61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi) se dipendenti e con la quota 98,6 (62 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi) se autonomi.
Non ci sono novità 2025 e non ci sono scatti di adeguamento alle aspettative di vita almeno fino al 2026.
Pensione quindicenni Legge Amato
I soggetti individuati dall’articolo 2, comma 3, del dlgs 503/1992, come ad esempio i lavoratori con 15 anni di versamenti a fine 1992, possono avere uno sconto di 5 anni sul requisito contributivo dei 20 anni. Su questa formula di pensione non ci sono novità.
Pensione contributiva di vecchiaia
I contributivi puri (senza versamenti prima del 1996), possono andare in pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi ma devono aspettare di avere 71 anni di età (senza importi soglia).
Se invece vogliono accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni, devono maturare un assegno pari a 3 volte il trattamento minimo oppure 2,8 volte se sono donne con un figlio (2,6 donne con due o più figli).
Chi può andare in pensione anticipata nel 2025?
Anche nel 2025, la Legge Fornero permette di andare in pensione anticipata ordinaria con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Anche se la Manovra dello scorso anno ha anticipato lo sblocco degli scatti pensione dopo il 31 dicembre 2024, le stime ISTAT sulle aspettative di vita – ufficializzate con apposito decreto MEF lo scorso anno – hanno confermato che non sono previsti adeguamenti ai requisiti anagrafici per le pensioni anticipate né nel 2025 né nel 2026.
Per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria è prevista una finestra mobile che fa slittare il primo rateo di pensione di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Pensione anticipata 2025 nella PA con penalizzazioni
Nel 2025, i dipendenti pubblici afferenti alle 4 gestioni previdenziali ex INPDAP che scelgono la pensione anticipata, subiscono un taglio della pensione anticipata dovuto all’aggiornamento delle aliquote di rendimento della quota retributiva dell’assegno. Per questi specifici lavoratori si allungano anche le decorrenze:
- quattro mesi nel 2025,
- cinque mesi nel 2026,
- sette mesi nel 2027
- nove mesi dal 2028.
Come andare in pensione nel 2025 con altre formule?
Il Governo ha rinnovato nel 2025 le varie formule di flessibilità in uscita.
Pensione Quota 103 con penalizzazioni
La Quota 103, per chi matura i requisiti (62 anni età e 41 contributi) entro il 31 dicembre 2024, impone di accettare un assegno pari al massimo a 4 volte il minimo fino a 67 anni. Inoltre, l’assegno viene ricalcolato interamente con il sistema contributivo (perdendo la valorizzazione della quota retributiva del proprio montante).
Infine si allungano le finestre mobili di uscita: 7 mesi per i dipendenti e 9 mesi per gli autonomi.
Opzione Donna nel 2025 a 61 anni
Con Opzione Donna, nel 2025, le lavoratrici del pubblico e del privato possono andare in pensione con 35 di contributi maturati entro il 31 dicembre 2024 se hanno anche 61 anni di età (sconto fino a due anni con due o più figli, un anno con un figlio), ma con l’assegno interamente ricalcolato con metodo contributivo. Le potenziali beneficiarie sono soltanto quelle che rientrano nelle seguenti categorie:
– caregiver familiari di conviventi disabili o non autosufficienti;
– invalide (inabili al lavoro) almeno al 74%;
– in esubero (dipendenti o licenziate) da aziende per le quali è stato aperto un tavolo di crisi.
Importante: chi ha maturato con le vecchie regole può ancora esercitarlo (perché si cristallizza) quest’anno o in futuro, se vuole far aumentare il montante contributivo.
Chi ha diritto all’APE Sociale nel 2025?
La Manovra 2025 rinnova l’APe Sociale con le stesse regole 2024, quindi per le medesime categorie di addetti a mansioni gravose. La circolare applicativa INPS per lo scorso anno ha ammesso alla domanda di accompagnamento a pensione anche le 23 categorie individuate nel 2022 e 2023 oltre alle originarie 11 categorie. Per il 2025 si dovrà attendere il nuovo documento di prassi dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale per avere conferme in questo senso.
L’APe Sociale, lo ricordiamo, richiede adesso 63 anni e 5 mesi di età, oltre ai 30 anni di contributi, oppure 36 per coloro che accedono come lavoratori addetti a mansioni gravose o usuranti. E bisogna infine rientrare in una delle quattro categorie di lavoratori:
– disoccupati involontari senza sussidio (NASpI);
– caregiver per assistenza da 6 mesi del coniuge/partner in unione civile o parente di 1° grado convivente;
– disabili pari almeno al 74%;
– addetti a lavori gravosi da almeno 6 anni nell’arco degli ultimi 7 anni.
Non sono previste finestre mobili di uscita per la decorrenza.
Pensione Precoci Quota 41: penalità 2025 per gli exINPDAP
I cosiddetti lavoratori precoci – coloro che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi – possono andare in pensione anticipata con Quota 41 ovvero con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, sia per uomini che per donne. Si tratta di una misura strutturale, invariata anche per il 2025.
Tuttavia, c’è una penalizzazione indiretta per i dipendenti pubblici ex INPDAP: trattandosi di una pensione anticipata, per questi lavoratori si attua un ricalcolo della quota retributiva (con un taglio sull’assegno finale) laddove ricadano nel sistema misto.
La decorrenza del trattamento scatta trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Nei casi specifici relativi ai dipendenti delle gestioni ex INPDAP, si applicano dal 2025 le nuove finestre mobili (sopra esposte).