Il bonus 200 euro ai pensionati non presenta particolari problemi interpretativi: i destinatari non devono fare nulla e lo riceveranno direttamente con il cedolino pensione di luglio 2022. Nel caso sia titolare di più trattamenti, gli istituti di previdenza sono chiamati a stabilire a quale ente spetta il versamento dell’indennità una tantum.
Ripercorriamo tutte le regole, accompagnandole con le valutazioni tecniche dei Consulenti del Lavoro.
Bonus 200 euro ai pensionati: a chi spetta
In base all’articolo 32 del Decreto Aiuti, il requisito principale per ottenere i 200 euro una tantum erogati assieme alla pensione nel cedolino pensione di luglio 2022 è quello di avere un reddito personale complessivo non superiore a 35mila euro lordi annui. Inoltre per avere diritto al bonus bisogna essere residenti in Italia e titolari di almeno un trattamento pensionistico obbligatorio con decorrenza entro il 30 giugno 2022.
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Tutte le forme di pensione obbligatoria danno diritto al bonus, sia quelle versate dall’INPS sia quelle degli istituti previdenziali privati dei professionisti. Danno diritto all’indennità una tantum anche i seguenti trattamenti:
- pensione o assegno sociale;
- pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti;
- trattamenti di accompagnamento alla pensione: qui non ci sono ulteriori precisazioni nel testo della norma (articolo 32 del dl 50/2022), ma la formulazione dovrebbe comprendere, ad esempio, l’APE sociale, oppure l’indennizzo commercianti.
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Chi non prende il bonus
Per esplicitare le conseguenze di queste regole, i pensionati residenti all’estero non hanno diritto al bonus. Così come non riceveranno i 200 euro i neo-pensionati per i quali il primo assegno decorre a partire dal prossimo primo luglio.
Come e quando arriva il bonus ai pensionati
Saranno direttamente gli istituti previdenziali a verificare il rispetto dei requisiti, riferendosi ai dati contenuti nel casellario centrale dei pensionati. L’ente previdenziale esegue la verifica in base ai dati presenti nel momento in cui deve decidere il versamento nel cedolino pensione (entro luglio 2022). Nel caso in cui, successivamente, rilevi che l’indennità non spettava (perché, ad esempio, il reddito del pensionato sale), in base al comma 5 dell’articolo 32, provvede alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituali.
Se il pensionato svolge una eventuale attività lavorativa compatibile con la pensione, non percepisce due volte il bonus (in relazione sia alla pensione sia al reddito da lavoro), ma comunque si conteggia il reddito complessivo ai fini del diritto come pensionato. A fini del calcolo del tetto di reddito massimo di 35 mila euro, non rilevano il TFR (Trattamento di fine rapporto o di fine servizio), il reddito della casa di abitazione (la prima casa) e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.
L’indennità non costituisce reddito ai fini fiscali nè ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali, non è cedibile, sequestrabile, pignorabile.