Il settore del turismo è in netta ripresa, spinto dal termine dello stato di emergenza e dalla fine di molte delle restrizioni. Per la stagione estiva alle porte sono attese 343 milioni di presenze tra italiani e stranieri, con un aumento del 35% rispetto al 2021 e con una spesa turistica prevista di 26,4 miliardi di euro.
Questo trend è accompagnato dalla crescita della offerte di lavoro di lavoratori stagionali da impiegare nei settori ricettivo, ristorazione e commercio, pari a 560mila unità.
Più annunci che candidature
Si registra addirittura la difficoltà degli operatori a trovare risorse: secondo AppLavoro.it, le offerte sono due volte e mezzo superiori alle candidature.
Confrontando i numeri degli ultimi due mesi, abbiamo registrato un calo drastico di candidati a discapito di un aumento di offerte di lavoro, ha spiegato Marco Contemi fondatore del portale. È evidente che siamo dinanzi ad un gap tra domanda e offerta preoccupante.
Il comparto ricettivo, ristorativo e turistico sembra non avere più appeal nei giovani. Turni estenuanti, lavoro nei fine settimane spesso per paghe minime hanno spinto le persone altrove. Urge investire su formazione, creare incentivi ai lavoratori e misure ad hoc per le aziende.
Il Ministero del Turismo ha di fatto evidenziato un gap di 300-350mila impiegati. I motivi che si celando dietro questa carenza di interesse da parte dei candidati sono diversi e comprendono anche il Reddito di Cittadinanza, misura che garantendo un’entrata mensile ai disoccupati potrebbe avere frenato gli sforzi per reinserirsi nel mondo del lavoro.