Sulle regole Covid negli ambienti di lavoro privato si decide il 4 maggio, quando è prevista una riunione fra imprese e sindacati per aggiornare i protocolli condivisi, dopo l’abolizione dell’obbligo di mascherine. L’ultima ordinanza del Ministero della Salute lo ha prorogato fino al 15 giugno su mezzi pubblici e di trasporto, nella Scuola e nei contesti sanitari, mentre per uffici pubblici e privati sono soltanto raccomandate in alcuni casi.
Mascherine negli uffici privati
Continua la vigenza dei protocolli firmati da imprese e sindacati, che in molti casi prevedono l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Il 4 maggio si dovrà chiarire come applicare le linee guida alla luce delle nuove normative. La UIL ha pubblicato un comunicato stampa che recepisce e spiega l’ordinanza ministeriale, ricordando: «i protocolli per il contrasto e il contenimento della diffusione del Virus Sars-CoV-2/COVID-19 non vanno in pensione» e al momento prevedono di indossare i dispositivi di protezione individuale.
Le aziende che non li rispetteranno, ne risponderanno.
In realtà, i protocolli sul lavoro hanno valore contrattualistico di accordo fra le parti, ma non sono legge. In altri termini, c’è un diverso valore legale della regolamentazione: violare l’obbligo di legge comportava un rischio sanzioni che invece non sussiste con i protocolli. Resta comunque fondamentale, per capire l’orientamento di imprese e sindacati e quanto saranno vincolanti saranno le previsioni.
Le associazioni imprenditoriali manifestano un generale accordo sull’obbligo di mascherina, da raccomandare nei luoghi di lavoro anche dopo il primo maggio ma con una serie di eccezioni, anche legate a specifici settori.
Mascherine negli pubblici esercizi
La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) si esprime invece a favore dell‘eliminazione delle mascherine anche dai protocolli. «La fine dell’uso della mascherina all’interno dei locali rappresenta, soprattutto dal punto di vista psicologico, un ritorno a condizioni di lavoro normali», sottolinea l’associazione in un comunicato, auspicando «che anche i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro si adeguino con coerenza alle nuove disposizioni di legge eliminando l’obbligo per i dipendenti di indossare la mascherina. Saranno le imprese a valutare quale sia la scelta migliore da fare in relazione all’evoluzione del quadro dei contagi e all’organizzazione dell’attività».
Quello dei pubblici esercizi come bar e ristoranti è un nodo fondamentale, perché per i clienti non ci sono più obblighi di mascherina. Stesso discorso per i negozi, i supermercati, gli uffici aperti al pubblico. Se i protocolli dovessero continuare a prevedere le mascherine ci sarebbe un doppio binario, con i clienti liberi di scegliere e dipendenti tenuti a farlo.
=> Mascherine negli uffici pubblici: Circolare Brunetta
Mascherine negli uffici pubblici
Un primo punto di riferimento è rappresentato dalla Circolare del Ministero della Pubblica Amministrazione, che negli uffici pubblici continua a raccomandare l’utilizzo delle mascherine Ffp2 per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive, per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti, nelle riunioni in presenza. Non è invece raccomandato l’utilizzo delle mascherine nei luoghi all’aperto, o in spazi comuni anche al chiuso che non presentino particolari caratteristiche di rischio assembramenti, come i corridoi, le scale, oppure nel caso in cui il dipendente sia da solo in ufficio.
C’è un orientamento anche nell‘ordinanza ministeriale, che pur non prevedendo alcun obbligo, continua a raccomandare l’utilizzo delle mascherine, anche Ffp2 in tutti i luoghi chiuso o a rischio assembramento. Quindi, nessun obbligo e nessuna violazione sanzionabile sul posto di lavoro, ma un richiamo preciso alla responsabilità individuale.
Casi particolari
Mentre resta l’obbligo di mascherina per il personale sanitario e nelle RSA (compresi i visitatori), non ci sono invece obblighi per il personale di altre categorie di lavoratori come i dipendenti di cinema e teatri, oppure il personale addetto a spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso. Si tratta di casi in cui l’obbligo è previsto per i clienti, con i controlli in capo ai titolari dell’attività o di organizzatori di eventi.
L’ordinanza ministeriale prevede che la mascherina sia obbligatoria per entrare in questi locali o partecipare a questi eventi, il che potrebbe far ritenere che l’obbligo sia esteso anche ai lavoratori. E’ un punto su cui ci si possono attendere chiarimenti.