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Report pari opportunità in azienda: sanzioni per mancato obbligo

di Anna Fabi

18 Ottobre 2022 10:21

Rapporto biennale sulla parità di genere in azienda, scaduto l'obbligo di invio per imprese con 50 dipendenti: le sanzioni per mancata trasmissione.

Il 14 ottobre sono scaduti i termini per l’invio, da parte delle PMI con più di 50 dipendenti, del rapporto biennale sulle parità di genere. Si tratta di un obbligo che riguarda la situazione interna del personale maschile e femminile, scattato quest’anno per la prima volta.

Sanzioni per mancato invio

In caso di mancata trasmissione del rapporto, scatta l’invito (che arriva dalla Direzione Regionale del Lavoro) a provvedere entro 60 giorni, a pena sanzione amministrativa da 103 a euro 516 euro. Trascorsi 12 mesi, scatta anche la sospensione per un anno di eventuali benefici contributivi già in godimento da parte dell’azienda.

Obblighi per le pari opportunità

Il riferimento legislativo è l’articolo 46 del dlgs 198/2006, come modificato dalla legge 162/2021, che ha abbassato da 100 a 50 la soglia minima di dipendenti sopra la quale è obbligatoria la redazione del Rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile, «in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta».

Obbligo di rapporto biennale

Il rapporto che le aziende pubbliche e private devono compilare riguarda la situazione del personale maschile e femminile in azienda, con riferimento a contratti, stipendi, formazione, promozioni. Le aziende sotto i 50 dipendenti possono compilare il rapporto su base volontaria.

Le procedure di compilazione e invio, in modalità telematica, attraverso il portale https://servizi.lavoro.gov.it. Per il biennio 2021 il rapporto andava inviato entro il 14 ottobre 2022, mentre nei bienni successivi la scadenza sarà il 30 aprile ogni due anni.

Una copia del rapporto, unitamente alla ricevuta, deve essere trasmessa dal datore di lavoro anche alle rappresentanze sindacali aziendali.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) controlla la veridicità dei rapporti e, in caso di inadempienze o inesattezze, le imprese rischiano multe da mille a 5mila euro. Le aziende tenute a produrre il rapporto, a pena di esclusione devono presentarne copia per la partecipazione in gare pubbliche a valere su risorse del PNRR e del PNC.

Certificazione parità di genere

Il rapporto sulle pari opportunità è un adempimento diverso dalla certificazione sulla parità di genere, introdotta sempre dalla legge 162/2021, a partire dal primo gennaio 2022.

Con i fondi del PNRR, il Dipartimento per le pari opportunità ha attivato specifiche misure di sostegno alle PMI che vorranno certificarsi.Questa certificazione attesta le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.

Il 24 marzo, è stato siglato il documento con la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, che definisce criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere (su opportunità di carriera, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità).

=> Scarica la prassi UNI/PdR 125:2022 per le Pari opportunità

Per le imprese che la ottengono (i parametri saranno fissati da decreti attuativi ministeriali), sono previste misure premiali: ad esempio, agevolazioni contributive, punteggi in caso di partecipazione ai bandi e concorsi pubblici. L’adozione è sostenuta anche da appositi incentivi di natura fiscale e in materia di appalti pubblici.

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