Per capire chi ha diritto ad esercitare l’Opzione Donna nel 2022 in attesa di novità sulla riforma pensioni 2023 (proroga o misura strutturale), rispondiamo di seguito alle domande più frequenti dei nostri lettori per spiegare in breve come funziona lo strumento, quali lavoratrici sono ammesse, quali contributi valgono, quanto si perde con il ricalcolo contributivo e quando scatta la decorrenza della pensione.
- Come funziona Opzione Donna 2022?
- Chi può andare in Pensione con Opzione Donna?
- C’è una scadenza per la domanda di Opzione Donna?
- Quali contributi valgono per l’Opzione Donna?
- Per l’Opzione Donna i contributi sono cumulabili?
- Con Opzione Donna valgono i contributi in gestione separata?
- Si può usare il riscatto di laurea per l’Opzione Donna?
- Per l’Opzione Donna si possono versare contributi volontari?
- Quanto si perde con Opzione Donna?
- Per Opzione Donna Scuola, come funziona la decorrenza pensione?
Come funziona Opzione Donna 2022?
Possono andare in pensione anticipata con l’Opzione Donna le lavoratrici di 58 anni di età se dipendenti oppure 59 anni se autonome con se hanno maturato 35 anni di contributi versati entro il 31/12/2021.
Chi può andare in Pensione con Opzione Donna?
Possono aderire tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, a fondi sostitutivi o esclusivi, sono invece escluse le iscritte alla sola Gestione Separata INPS.
C’è una scadenza per la domanda di Opzione Donna?
Una volta maturato il requisito, il diritto alla pensione con Opzione Donna si cristallizza, cioè si può esercitare anche successivamente, magari per rendere più sostanzioso il montante contributivo su cui calcolare l’assegno finale. Soltanto nel comparto Scuola è necessario inviare domanda di cessazione dal servizio secondo i termini previsti per il personale docente, così da andare in pensione il 1° settembre dell’anno successivo.
Quali contributi valgono per l’Opzione Donna?
Sono ammessi i contributi da lavoro, da riscatto, da ricongiunzione onerosa e i versamenti volontari. Sono ammesse anche le maggiorazioni ex lege 388/200 con accredito di contribuzione figurativa, ma solo per i periodi di astensione di maternità obbligatoria, mentre per il congedo parentale facoltativo i periodi devono essere riscattati. Non valgono invece i periodi di disoccupazione e malattia.
Per l’Opzione Donna i contributi sono cumulabili?
No. Non è consentito il cumulo gratuito di contributi per esercitare l’Opzione Donna e non si possono sfruttare versamenti in due diverse gestioni previdenziali per raggiungere il requisito dei 35 anni di contributi. Il montante deve essere accumulato per intero presso una sola gestione.
Con Opzione Donna valgono i contributi in gestione separata?
No. I contributi in gestione separata non sono ammessi per l’Opzione Donna: non possono essere conteggiati né cumulati ai fini della maturazione dei 35 anni richiesti.
Si può usare il riscatto di laurea per l’Opzione Donna?
Sì. Si può usare il riscatto di laurea, anche agevolato, per maturare il requisito contributivo necessario per andare in pensione anticipata esercitando l’Opzione Donna.
Per l’Opzione Donna si possono versare contributi volontari?
Sì. Previa richiesta all’INPS, si possono versare contributi volontari così da raggiungere i 35 anni necessari per esercitare l’Opzione Donna e andare in pensione a 58 anni se dipendenti o a 59 anni se autonome.
Quanto si perde con Opzione Donna?
Andando in pensione con l’Opzione Donna si rinuncia agli anni di contribuzione versati che rientrerebbero nel sistema con calcolo retributivo perché si applica all’intero montante il ricalcolo contributivo: maggiore è il numero di contributi versati prima del 1996 e più ingente è il taglio sull’assegno, che può arrivare al 25-30% della pensione.
Per Opzione Donna Scuola, come funziona la decorrenza pensione?
Le dimissioni degli insegnanti decorrono dall’inizio dell’anno scolastico a settembre. Chi esercita l’Opzione Donna si può ritirare prima di aver maturato la decorrenza della pensione restando scoperte per qualche mese oppure si può aspettare un altro anno per andare in pensione senza però poi aspettare la finestra mobile prevista.