Chi cerca lavoro è donna nel 65% dei casi. Lo rileva un’indagine Jobtech condotta su un campione di oltre 20mila persone impegnate nella ricerca attiva di lavoro negli ultimi sei mesi. Una situazione che mette in evidenza l’impatto della pandemia sulle lavoratrici, ma anche la necessità di regole ad hoc per ridurre il divario uomo-donna che riguarda sia la disparità di retribuzione sia l’accesso al lavoro stesso.
Il tasso di occupazione in Italia è tornato ai livelli precedenti al Covid (al 59% del febbraio 2020), tuttavia le donne che lavorano sono solo il 50,5% del totale e cercano lavoro più degli uomini, trovandolo con maggiore difficoltà. Le donne rappresentano oltre il 70% di chi cerca occupazione nei settori retail, contabilità e nel mondo dei call center, mentre gli uomini rappresentano la maggioranza delle candidature solo nella ristorazione e nella logistica.
Tracciando l’identikit delle donne in cerca di impiego, l’87% ha conseguito un diploma di maturità o una qualifica superiore (contro il 77% degli uomini): il 24,5%, inoltre, è in possesso di titoli di studio universitari mentre gli uomini si fermano al 18%. Dal punto di vista territoriale, la situazione non è omogenea in tutta Italia: il totale delle ricerche nelle regioni del Nord sfiora la soglia del 70%, mentre nelle regioni con tassi più bassi di occupazione si evince una pari richiesta di lavoro tra uomini e donne.
Mentre confidiamo nel PNRR, per dare migliori prospettive a tutte le donne, occorre lavorare costantemente per favorire un incontro efficace tra domanda e offerta di lavoro, per contribuire alla crescita dell’occupazione femminile e alla minimizzazione del gender gap in Italia – dichiara Paolo Andreozzi, founder di Jobtech.
Le aziende hanno a disposizione una forza lavoro competente, istruita e dotata di numerose soft skill ed è un dovere morale garantire opportunità occupazionali.