Nel 2022 debutta la nuova Quota 102, che consente di andare in pensione a 64 anni di età con 38 anni di contributi, in sostituzione della Quota 100 e, assieme all’Opzione Donna e all’APE Social (prorogate di un anno) permettono l’uscita flessibile dal mondo del lavoro ad ulteriori categorie di soggetti, rispetto alla pensione anticipata Fornero, in attesa che i negoziati tra Governo e Sindacati si concretizzino in una vera e propria riforma pensioni. Nel frattempo sono scattati gli aumenti 2022.
Vediamo una breve panoramica di tutte le novità sulle pensioni 2022, dalla rivalutazione alle nuove formule in Legge di Bilancio 2022, fino alle anticipazioni sulla prossima riforma.
Rivalutazione pensioni 2022
Nel 2022 il tasso di rivalutazione piena è dell’1,7%: per i trattamenti fino a quattro volte il minimo (2mila 62,32 euro) è al 100%, mentre è ridotto al 90% (quindi all’1,53%) per le pensioni fra quattro e cinque volte il minimo (2.577,90 euro) e al 75% (quindi all’1,275%) sopra le cinque volte il minimo.
Qualche esempio:
I trattamenti minimi 2022 sono i seguenti:
- trattamento minimo INPS: 523,83 euro, dal precedente 515,58 euro;
- assegno sociale: 467,65, dal precedente 460,28 euro;
- importo soglia mensile per accedere alla pensione di vecchiaia: 701,47 euro, dal precedente 690,42 euro;
- importo soglia mensile per la pensione anticipata: 1309,39 euro, da 1288,78;
Requisiti per la pensione 2022
I requisiti base, per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata, restano gli stessi del 2021, senza incrementi legati alle aspettative di vita. Si va in pensione di vecchiaia a 67 anni, e in pensione anticipata con 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini.
Come flessibilità in uscita aggiuntiva, ci sono tre norme in Manovra:
- Quota 102: consente di andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Si applica in via sperimentale per il solo 2022. Quindi, il requisito va maturato entro il prossimo 31 dicembre 2022. Chi lo matura, può poi esercitare il diritto in qualsiasi momento, anche successivamente. La stessa regola vela anche per la quota 100. Dal primo gennaio 2022, non si può più utilizzare come requisito per la maturazione della pensione, ma chi lo ha già perfezionato entro il 31 dicembre 2021, può presentare in qualsiasi momento la domanda di pensione Quota 100.
- Opzione Donna: è una forma di pensione anticipata destinata esclusivamente alle lavoratrici, che prevede il ricalcolo contributivo della pensione, in manovra c’è una proroga di un anno che consente la maturazione del requisito entro il 31 dicembre 2021. Ci vogliono 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per lavoratrici dipendenti e lavoratrici autonome.
- APE Social: anche questa è una proroga per un anno, che consente di ritirarsi a 62 anni di età e 30 o 36 anni di contributi a lavoratori appartenenti a quattro specifiche categorie: disoccupati di lunga durata che hanno terminato gli ammortizzatori sociali, caregiver, disabilità al 74%, addetti a mansioni gravose. La proroga contenuta in manovra prevede anche l’allargamento della platea degli aventi diritto a nuova categorie di lavori gravosi e a un numero più ampio di disoccupati, che non devono più avere il requisito dei tre mesi dal termine degli ammortizzatori.
In tutti e tre i casi sopra esposti, si attendono nei prossimi gironi le istruzioni INPS per presentare le domande di pensione.
Riforma pensioni
Infine, il dibattito sulla riforma pensioni, che vedrà la luce nel 2022. E’ attivo un tavolo negoziale con Cgil, Cisl e Uil per trovare un accordo su nuove forma di flessibilità in uscita strutturali, che sostituiscano gli strumenti temporanei utilizzati negli ultimi anni (anticipo pensionistico, quota 100-102, Opzione Donna).
Fra le ipotesi ci sono varie formule di ricalcolo contributivo, la Quota 41, un meccanismo simile a quello della Quota 102. Il presidente INPS vorrebbe una pensione in due tempi, che consenta di anticipare l’uscita a 64 anni ottenendo solo la quota contributiva dell’assegno e poi dai 67 anni anche la parte retributiva. Ricordiamo infine che fra le altre proposte papabili c’è quella per il ricalcolo contributivo con la cosiddetta Opzione Tutti, che consente a una determinata età (62 o 63 anni) di ritirarsi con il ricalcolo contributivo.