Le posizioni di Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni, espresse nel corso delle audizioni in commissione Bilancio sulla Manovra, saranno al centro del tavolo negoziale che si è aperto con il Governo sulla riforma del sistema previdenziale da attuare nel 2022. Su una serie di punti le tre sigle confederali sono sostanzialmente d’accordo: la Quota 102 è troppo limitata e l’APE Sociale può essere ulteriormente potenziata agevolando gli addetti a lavori gravosi.
Vediamo con precisione cosa propongono i Sindacati per attuare la riforma pensioni intervenendo fin da subito nella Legge di Bilancio.
APE Sociale
L’APE Sociale dovrebbe diventare strutturale, non limitata alle risorse, e rispondere maggiormente al bisogno dei lavoratori fragili, inidonei alla mansione, affetti da malattia professionale, cassintegrati a zero ore oltre i 24 mesi. Andrebbero dunque aggiunte nuove categorie tra i beneficiari: disoccupati di lunga durata, gli ultimi esodati, chi si trova in cassa integrazione senza prospettiva di rientro nel mondo del lavoro, i lavoratori fragili e chi detiene una rendita per malattia professionale.
Gravosi e Precoci
In Manovra c’è già la proroga al 2022 e l’estensione della platea dei beneficiari ai disoccupati (ai quali basta aver terminato il sussidio senza più dover aspettare tre mesi) e ai lavoratori che svolgono mansioni gravose. In questo caso, si propone l’abbassamento del requisito contributivo da 36 a 30 anni per settori come l’edilizia e l’agricoltura. E si dovrebbero estendere i benefici della nuova classificazione dei gravosi anche ai lavoratori precoci (per la cui pensione continuano ad essere valide solo le 15 categorie attuali).
Altre misure
Lo scivolo pensione nelle PMI in crisi viene considerato troppo complicato, a rischio di sovrapposizione con altre misure: meglio estendere ancora e semplificare gli strumenti già esistenti come l’isopensione o il contratto di espansione. Proposta poi l’istituzione di un nuovo semestre di silenzio assenso per incentivare le iscrizioni ai fondi pensione complementari, prevedendo contemporaneamente una campagna istituzionale di informazione.
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Riforma Pensioni 2022
Per quanto riguarda la riforma pensioni vera e propria, da mettere a punto nel 2022, vengono evidenziate la necessità di trovare strumenti strutturali di flessibilità in uscita, di prevedere nuovi interventi a favore delle donne e dei giovani.
Le priorità sono una maggiore equità del sistema, che non si esaurisca nel prevedere una o più quote ma intervenga su una serie di criticità, come le pensioni dei lavoratori con carriere discontinue. La proposta è quella di trovare una formula di pensione anticipata a 62 anni, affrontando anche il tema delle future pensioni dei soggetti più deboli e incrementando la 14esima mensilità alle pensioni fino a 1500 euro.