Anche se lo Smart Working può essere svolto da casa, la città in cui si vive svolge un ruolo determinante per favorire il benessere dei lavoratori. WorkMotion ha stilato la classifica mondiale delle realtà urbane più attrattive per gli Smart Workers, graduatoria che tiene conto di diversi fattori e che mette a confronto 80 città di tutto il mondo dal punto di vista delle opportunità offerte a chi lavora da remoto.
Il podio è occupato da Melbourne, Montreal e Sydney. È invece necessario arrivare fino alla posizione numero 33 per trovare una città della Penisola ritenuta ottimale per chi pratica lo Smart Working. Bari supera Bologna che si trova alla posizione numero 54 e anche Roma, che si colloca nel gradino numero 66.
Per quanto riguarda la metodologia che ha guidato la stesura del ranking, viene preso in considerazione il costo della vita, ritenuto un fattore che influisce notevolmente sull’attrattiva di una città. Un altro criterio di valutazione è dato dalla conformità alle leggi sull’occupazione, seguito dall’analisi delle infrastrutture e della vivibilità in generale anche tenendo conto della valorizzazione dell’uguaglianza di genere e del rispetto delle minoranze. Non meno importanti sono l’accesso al sistema di istruzione pubblica e all’assistenza sanitaria.
Secondo Carsten Lebtig, co-fondatore e ad di WorkMotion, la pandemia ha accelerato un trend già in atto per quanto concerne l’uso della tecnologia per agevolare il lavoro a distanza, tuttavia la richiesta di professionisti che operano da remoto sono destinate ad aumentare nei prossimi anni. Per questo motivo, come sottolinea Lebtig, i leader aziendali dovrebbero rivedere i propri processi di selezione in modo da estendere la ricerca anche ai profili che lavorano oltre i confini nazionali e che, spesso, potrebbero rivelarsi i più indicati per ricoprire una determinata posizione in azienda.