È stato pubblicato l’Osservatorio INPS con il monitoraggio dei flussi di pensionamento per quanto concerne le pensioni 2020 2021 liquidate fino al 2 ottobre 2021, per quanto concerne i trattamenti afferenti alle seguenti gestioni: Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti; Coltivatori diretti, mezzadri e coloni; Artigiani e commercianti; Gestione Dipendenti Pubblici; Parasubordinati; Assegni sociali. L’Osservatorio prende in esame prestazioni pensionistiche e beneficiari totali, riportando gli importi medi e le ripartizioni geografiche, le distribuzioni per classi di età ed il genere dei titolari. Viene presa in esame anche la tipologia di beneficiari, focalizzando su cinque platee in base al tipo di prestazione: pensionati di vecchiaia o anzianità/anticipata, di invalidità previdenziale, di pensioni ai superstiti, di prestazioni indennitarie, di prestazioni assistenziali.
Requisiti pensione
Per il 202o ed il 2021 i requisiti di uscita sono rimasti quelli previsti dalla Riforma Pensioni Fornero, ossia:
- pensione di vecchiaia a 67 anni per uomini o donne, dipendenti privati o autonomi
- pensione anticipata con anzianità contributiva di 41 anni e 10 mesi per le donne e di 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall’età.
- altre forme di uscita anticipata: i requisiti variano a seconda degli strumenti (Quota 100, Opzione Donna, Pensione precoci, Pensione gravosi e usuranti).
Gestioni previdenziali
Le pensioni liquidate dal Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti mostrano trend analoghi sia per il 2020 sia per il 2021, con un lieve calo dovuto alle domande di pertinenza del secondo trimestre, ancora in giacenza e da smaltire. Situazione simile per le gestioni dei lavoratori autonomi e la Gestione Dipendenti Pubblici, con differenze più marcate per le quanto concerne le pensioni di vecchiaia che arrivano nel pubblico impiego: quasi al 20% in meno nei 2021. Nessuna differenza, infine, per gli assegni sociali.
Prestazioni erogate
Le prestazioni vigenti al 31 dicembre 2020 erano 22.717.120 (-0,4% rispetto al 2019 ma con importo complessivo annuo aumentato del 2,3%). Circa due terzi dei beneficiari percepiscono una sola prestazione, la restante quota due o più. Riguardo alla distribuzione per categoria di pensione, quelle di tipo IVS (invalidità, vecchiaia e anzianità/anticipate, superstiti) erano le più numerose (77,9% del totale, di cui: 52,9% pensioni di vecchiaia, 4,6% di invalidità, 20,4% ai superstiti) mentre le prestazioni di tipo indennitario si attestavano al 3% e quelle di tipo assistenziale al 19,1% del totale.
Di seguito i principali trend 2021 rispetto ai dati 2020:
- il rapporto 2021 tra le pensioni di invalidità e di vecchiaia è in linea con quello 2020, pari al 21%; tutte le gestioni presentano una lieve diminuzione eccetto quella di coltivatori diretti, mezzadri e coloni e dei parasubordinati che resta uguale all’anno precedente;
- le pensioni anticipate risultano in aumento (dal 45% al 48% in più per il totale delle gestioni) rispetto a quelle di vecchiaia, al netto delle pensioni/assegni sociali considerati nella somma delle pensioni di vecchiaia di tutte le gestioni;
- la pensioni femminili su quelle maschili sono sempre di più, attestandosi nel 2021 al 130% contro il 122% del 2020;
- le pensioni liquidate in Nord Italia sono stabilmente quelle più numerose (49%).
- le pensioni liquidate con Opzione Donna per il 90% hanno importi sotto i mille euro e decorrenza delle titolari tra 58 e 61 anni nell’80% dei casi tanto nel 2020 quanto nel 2021.