Alla pensione di vecchiaia, nel 2021, si accede con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori, ma ci sono casi particolari che prevedono agevolazioni (come ad esempio per gli addetti alle mansioni gravose) mentre sono previsti requisiti ridotti per chi ha compiuto 71 anni e rientra interamente nel regime contributivo. Vediamo quindi in dettaglio tutti i requisiti di accesso, cosa si prevede la Riforma alle porte (a parte l’aumento pensione nel 2022 già assodato), le differenze tra pensione di vecchiaia e anticipata, quante sono le settimane lavorative per andare ritirarsi dal mondo del lavoro e come calcolare gli anni di contributi necessari.
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Pensione di vecchiaia: requisiti 2021
I requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia istituti con la Riforma Pensioni 2011 (la Legge Fornero) prevedono, sia per i lavoratori che per le lavoratrici dipendenti del settore privato e del settore pubblico:
- 67 anni di età e 20 di contributi;
- 66 anni e 7 mesi di età per addetti a mansioni gravose;
- 15 anni di contributi per i quindicenni che possono ancora accedere alla deroga Amato;
- 5 anni di contributi per chi ha compiuto i 71 anni e rientra interamente nel regime contributivo.
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Come requisito ulteriore per accedere alla pensione di vecchiaia 2021, a chi rientra nel sistema misto viene richiesto di aver maturato alla data di richiesta del pensionamento un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.
Come faccio a calcolare gli anni di contributi?
L’anzianità contributiva viene determinata per la generalità dei lavoratori dipendenti in settimane contributive nel numero di 52 settimane in un anno.
Quante sono le settimane lavorative per andare in pensione?
Generalmente i requisiti contributivi per l’accesso alla pensione sono espressi in anni. Ragionando in termini di settimane lavorative, la pensione di vecchiaia richiede 67 anni di età e 1.040 settimane di contributi (20 anni).
In linea generale per ottenere gli anni di contributi versati basta dividere il totale delle settimane contributive per le settimane che occorrono per la copertura contributiva di un anno, che sono 52. All’inverso, per ottenere il numero di settimane necessarie per raggiungere il requisito contributivo in termini di anni basta moltiplicare quest’ultimo per 52:
- per la pensione di vecchiaia standard e per mansioni gravose:
- settimane di lavoro necessarie per richiedere la pensione di vecchiaia = 20*52 = 1.040;
- anni di contribuiti necessari per richiedere la pensione di vecchiaia = 1040/52 = 20;
- per la pensione di vecchiaia con 71 anni di età e sistema contributivo:
- settimane di lavoro necessarie per richiedere la pensione di vecchiaia = 5*52 = 260;
- anni di contribuiti necessari per richiedere la pensione di vecchiaia = 260/52 = 5;
- per la pensione di vecchiaia quindicenni:
- settimane di lavoro necessarie per richiedere la pensione di vecchiaia = 15*52 = 780;
- anni di contribuiti necessari per richiedere la pensione di vecchiaia = 780/52 = 15.
Pensione di anzianità vs. pensione di vecchiaia
Qual è la differenza tra pensione di anzianità e pensione di vecchiaia?
- la pensione di vecchiaia è una prestazione vitalizia di natura economica e previdenziale, erogata dall’assicurazione generale obbligatoria, dai fondi ad essa sostitutivi, esclusivi o esonerativi e dalla Gestione separata dell’INPS all’iscritto che ha raggiunto il requisito anagrafico congiuntamente a una determinata anzianità contributiva;
- la pensione di anzianità si raggiunge al compimento della anzianità lavorativa e non anagrafica. In realtà questa forma di pensione negli anni è stata abolita e ha lasciato spazio a quella che viene definita pensione anticipata, accessibile con diverse opzioni e requisiti.
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Decorrenza pensione di vecchiaia
La pensione di vecchiaia decorre:
- dal 1° giorno del mese successivo a quello di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi per le lavoratrici e i lavoratori del settore privato;
- dal giorno successivo alla maturazione dei requisiti, per i dipendenti pubblici.
In pratica, alla pensione di vecchiaia non si applicano le cosiddette finestre mobili introdotte dalla Riforma pensioni Fornero del 2011, che riguardano alcune formule di uscita anticipata dal mondo del lavoro, con regole a volte complesse.
Cosa cambia per le pensioni nel 2021-2022?
Con la Legge di Bilancio per il 2022 è prevista una “mini” riforma pensioni che introdurrà dal 2022 nuove formule di pensione anticipata in sostituzione di opzioni ritenute troppo costose come la Quota 100, che terminerà la sperimentazione a dicembre 2021.
Per le pensioni di vecchiaia non sono invece previsti cambiamenti sostanziali. Novità per questa forma previdenziale sono invece previsti da gennaio 2023, con il prossimo scatto per l’adeguamento alle speranze di vita che produrrà effetti sui requisiti anagrafici per la pensione e dunque sull’età pensionabile.
=> Come cambiano le pensioni nel 2022 senza riforma
Attualmente, gli adeguamenti successivi al 2022 stimati in base allo scenario ISTAT di riferimento, che però potrebbe cambiare per effetto della pandemia che si prevede possa rallentare gli adeguamenti fino al 2033, sono:
- 2023-2024: 67 anni e 3 mesi;
- 2025-2026: 67 anni e 6 mesi;
- 2027-2028: 67 anni e 9 mesi;
- 2029-2030: 68 anni;
- 2031-2032: 68 anni e 1 mesi;
- 2033-2034: 68 anni e 3 mesi;
- 2035 2036: 68 anni e 5 mesi;
- 2037-2038: 68 anni e 7 mesi;
- 2039-2040: 68 anni e 9 mesi;
- 2041-2042: 68 anni e 11 mesi;
- 2043-2044: 69 anni e 1 mese;
- 2045-2046: 69 anni e 3 mesi;
- 2047-2048: 69 anni e 5 mesi;
- 2049-2050: 69 anni e 7 mesi