L’Assegno Unico Universale per i figli dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2022, assorbendo quasi tutte le precedenti agevolazioni per la genitorialità, ma siccome la riforma delle detrazioni IRPEF non è ancora stata completata, il Governo sta pensando ad un periodo transitorio per garantire il passaggio graduale tra i due differenti regimi.
Accompagneremo la fase di transizione tra le vecchie misure e il nuovo assegno.
Lo ha anticipato la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti, riferendosi ad un passaggio intermedio necessario ad arrivare preparati (non solo le famiglie, ma anche INPS, Patronati e CAF) all’AUUF (Assegno Unico Universale per i figli a carico), che coinvolgerà ben nove milioni di nuclei familiari con figli minori di 21 anni.
Le misure specifiche potrebbero trovare posto nel decreto legislativo che attua la legge delega 46/2021 per il riordino delle misure per la famiglia (Family Act), atteso in Consiglio dei ministri questa settimana. L’obiettivo è introdurre uno strumento unico e semplice, che tenga conto dei carichi familiari e che incentiva il lavoro femminile da un lato, l’autonomia giovanile dall’altro.
Assegno Unico e penalizzazioni
Semplicità fino ad un certo punto: l’assegno non si otterrà più in automatico come le detrazioni IRPEF in busta paga per famiglia a carico, ma si dovrà fare specifica domanda all’INPS a partire da gennaio. E mentre oggi le detrazioni sono uguali per tutti i redditi, con l’assegno universale è vero che si allarga il bacino dei beneficiari ma si introduce un requisito non da poco, basato sugli scaglioni ISEE: se oggi i dipendenti hanno in automatico diritto alla detrazione figli che va ad arricchire lo stipendio in busta paga, da gennaio l’assegno (che sostituisce detrazioni IRPEF e ANF) cambierà in base al reddito ISEE, che si ottiene solo previa domanda, con un sussidio che varia in maniera proporzionale con la seguente ferbice:
- massimo 180 euro a figlio con ISEE fino a 15mila euro (250 dal terzo figlio in poi),
- minimo 40 euro a figlio con ISEE oltre 40mila euro.
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Un dipendente con reddito da lavoro dipendente sui 22.500 euro e reddito familiare appena sopra i 40mila, con due figli di cui uno minore di tre anni, potrebbe perdere 300 euro al mese (perdendo sia la detrazione per i figli a carico sia gli ANF, che erano stati maggiorati dal decreto ponte 79/2021. Tra l’altro, l’AUUF prevede non soltanto la soppressione delle detrazioni IRPEF e degli ANF in busta paga ma anche delle seguenti misure:
- assegno familiari con tre figli minori;
- assegno di natalità o bonus bebè;
- premio alla nascita o bonus mamma domani.
Non solo: mentre oggi il meccanismo è automatico e le agevolazioni sono applicate dal datore di lavoro in busta paga, da gennaio ci vorranno tutti i tempi tecnici per ottenere un ISEE valido, fare domanda, attendere la verifica INPS di requisiti ed aspettare che vengano erogati i sussidi- Senza contare che i requisiti ISEE taglieranno fortemente le attuali agevolazioni, almeno per 200mila nuclei familiari. Il Governo sta valutando una maggiorazione compensativa per il primo periodo, ma di fatto lo svantaggio è per moltissime famiglie.
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Della platea dei beneficiari, la metà si colloca sotto la fascia ISEE minima e quindi otterrà un vantaggio mentre l’atra metà dovrà necessariamente richiedere un ISEE e sperare di rientrare nella fascia intermedia per poter avere una parte di quanto ricevono oggi.
Come tamponare la situazione? Il meccanismo ormai è approvato, quindi c’è poco da sperare. La decisione è stata ormai presa. Per evitare i ritardi di erogazione ai beneficiari, invece, si potrebbe mantenere in vita gli assegni familiari per qualche mese (per poi erogare la misure con gli arretrati maturati), per avere il tempo di fare domanda. Stesso discorso per la soglia ISEE, per il quale potrebbe essere preso a riferimento il valore 2020 della ultima DSU presentata.